L'intervento

Scuola, il gap Nord-Sud

 Pasquale Almirante La Sicilia, 28.2.2010

Il rapporto 2010 della Fondazione Agnelli sulla scuola è chiaro: un ragazzo del Sud ha due anni circa di scuola in meno rispetto a un coetaneo del Nord e 1/3 dei quindicenni non raggiunge la soglia minima di competenze definita a livello internazionale, mentre 1 giovane su 5 al di sotto dei 24 anni non arriva al diploma. Ma non finisce qui. Se si volessero equiparare le strutture del Sud a quelle del Nord occorrerebbero 7 miliardi di euro di spesa e il tempo prolungato in Sicilia è pari al 14% contro il 38% della Lombardia.

Se poi il raffronto si fa con le Regioni a statuto speciale, come il Trentino o la Valle d'Aosta, il divario con la Sicilia si accresce, relegando la nostra isola fra le ultime. Il federalismo scolastico, dice ancora il rapporto, potrebbe ridurre il divario, ma se il Nord non contribuisce potrebbe allargarsi ulteriormente e tutto questo mentre si cerca di contrastare al Nord l'ingresso di aspiranti docenti e presidi.

D'altra parte è già un elemento consolidato che a fare scendere la media nazionale nei rapporti Pisa sulla scuola siano proprio gli alunni del Sud contro i cui docenti la stessa ministra tuonò senza tenere conto che la disparità culturale ha un retroterra economico che incide per oltre il 50% sul successo scolastico. Ma lo dimostra già la carenza di strutture scolastiche, come i tassi di disoccupazione e di reddito procapite, compresa la costante fuga di giovani oltre lo Stretto. Sicuramente è più facile addossare la colpa ai professori, ma il dato reale non cambia cosicchè vedremo cosa succederà con l'avvio della riforma della secondaria superiore il prossimo anno scolastico, quando le Province dovranno predisporre i servizi e distribuire gli indirizzi sul territorio, nell'esigenza di evitare migrazioni di studenti da un plesso all'altro.

Intanto il famoso liceo musicale e coreutico che doveva essere uno dei sei gioielli della riforma non partirà, come annunciato, con 40 nuove classi ma con 10 e 1 sola per il coreutico. Non più 6 i licei ma 5 e chi contava, dopo la terza media ad indirizzo strumento musicale, di frequentarlo dovrà dirottare altrove o sobbarcarsi la vecchia trafila. Nel frattempo i numeri che stanno uscendo non sono dei migliori e non solo in rapporto allo smarrimento conoscitivo delle famiglie e dei professori, ma anche e soprattutto in rapporto al taglio delle cattedre: 26 mila, come il Miur hanno comunicato i sindacati.