Casse scolastiche vuote?
Due domandine facili facili al sottosegretario Pizza

di Vincenzo Pascuzzi, 17.2.2010

1ª - Se la colpa è del precedente governo e quanto allora deciso è sbagliato, perché l'attuale governo non ha rimediato?

2ª - Se questo governo ritiene giusto l'operato del governo precedente, perché non ha completato l'assunzione di 150.000 precari già programmata per legge?

------

quanto sopra con riferimento alla nota seguente. (Vincenzo Pascuzzi)
 

''Casse scolastiche vuote?
Colpa della clausola di salvaguardia
del governo Prodi

da Tuttoscuola, 15.2.2010

Il dibattito politico sulla situazione dei bilanci delle scuole statali si sta facendo aspro con accuse reciproche tra maggioranza e opposizione.

Nei giorni scorsi la deputata del PD Manuela Ghizzoni ha presentato una interrogazione parlamentare urgente sulla situazione critica dei bilanci scolastici, dovuta alle riduzioni dei finanziamenti alle scuole, confermati anche da recenti disposizioni ministeriali.

All'interrogazione ha risposto il sottosegretario all'istruzione Pizza che ha incolpato, senza mezzi termini, il precedente governo di avere creato la situazione attuale con la clausola di salvaguardia voluta dal ministro Padoa-Schioppa.

"Certo che le risorse per le scuole sono scarse - ha detto il sottosegretario all'istruzione - ma bisogna anche spiegare il perché; e il motivo è semplice: l'ultima finanziaria Prodi aveva introdotto la clausola di salvaguardia e siccome i tagli agli organici non vennero effettuati ecco perché i trasferimenti alle scuole diminuiscono".

Pizza, che non ha risposto all'interrogante a proposito dei crediti che le scuole vantano nei confronti dello Stato per mancati finanziamenti degli anni scorsi, ha fornito comunque alcuni dati sui finanziamenti dell'ultimo biennio.

Per il 2009 le scuole hanno avuto per le spese di funzionamento 676 milioni di euro e cioè 138 milioni in più rispetto al 2008; per le supplenze brevi lo stanziamento per il 2009 è stato di 875 milioni di euro, contro i 607 del 2008.

I dati, però, stridono con le situazioni denunciate in periferia dalle scuole, come se vi fosse una verità virtuale e una verità reale, in una disputa quasi accademica che allontana ogni giorno di più la soluzione di un problema che si sta facendo drammatico.