Addio Geografia

 da Wikio, 1.2.2010

Alle scuole superiori e negli Istituti Tecnici, la Geografia non si insegnerà più. La riforma della scuola cambia la scuola, dopo 40 anni. Lo si fa nel silenzio più totale, come questo malgoverno ci ha abituato. Per paura delle reazioni, paura delle contestazioni, paura delle gente, tutte paure che fanno sì che il governo lavori per conto suo, sottoterra. La consegna anche qui è il silenzio.

La politica dei tagli a man bassa nella scuola, porta a delle aberrazioni incredibili. Si tolgono i bidelli, si tolgono i finanziamenti amministrativi, così i genitori consegnano ai loro figli la carta igienica, i gessetti e varie altre cose che, a scuola, non si trovano più. In compenso aumenta la sporcizia dei gabinetti, gli attaccapanni rotti restano rotti, i rubinetti dei lavandini continuano a perdere acqua, i banchi sono sempre più sporchi. Già, qualcosa aumenta, il disordine e la sporcizia.

Si mandano a casa gli insegnanti, si licenziano, di conseguenza si depennano dai programmi scolastici, importanti materie di studio, come la geografia e si abbandonano sistemi di insegnamento di matematica e scienze, come per esempio, il metodo Brocca . Per completare l’opera di demolizione, si elimina completamente un anno di studio. Tutti a lavorare a 15 anni. Per niente, è facile trovare anche da lavorare. Ovviamente tutto in silenzio.

La prossima materia da togliere sarà la storia. A che serve, la storia non è maestra di nessuno, gli uomini ripetono continuamente gli stessi errori e non insegna a nessuno. Se proprio uno è curioso di sapere che cosa è successo nel 1531, apre il computer, e cerca su Google. E’ fatta, lo studio completato.

Quando si entra in un’aula scolastica di ogni ordine e grado, la prima cosa che si vede, sono le carte geografiche appese alle pareti, come quadri che spesso nascondono crepe nel muro. Ora scompariranno ed al loro posto, per nascondere crepe e sporcizia, metteranno la faccia di Berlusconi, in primis e della Gelmini in secundis. Quella di Tremonti no, sarebbe troppo.

A che serve lo studio della geografia? Scrittori come Folco Quilici, Ilvo Diamanti e Paolo Portoghesi dicono che “Serve a formare cittadini italiani e del mondo consapevoli, autonomi, responsabili e critici che sappiano convivere col loro ambiente e sappiano modificarlo in modo creativo e sostenibile guardando al futuro. Privarsi degli strumenti di conoscenza propri della geografia, in una società sempre più globalizzata e quindi complessa, significa privare gli studenti di saperi assolutamente irrinunciabili per affrontare le sfide del mondo contemporaneo”.

Ma, per la Gelmini, la geografia non serve e allora togliamola.
Forse il giudizio della Gelmini sulla Geografia, è basato su queste stupide e banali osservazioni:

1) C’è una gran confusione e diventa complicato studiarla, è in continua evoluzione, non sta mai ferma, bisogna aggiornare le carte geografiche ogni anno, e sono spese!

2) Sulle carte geografiche attuali non c’è segnata la PADANIA. Se ci fosse stata scritta chiaramente, la Gelmini avrebbe potuto dire, non è giusto togliere dai muri le carte geografiche che indicano un così bello, nuovo, ricco e splendido Stato come la Padania. Giustizia andava fatta, niente Padania, niente Geografia.

3) E lo stato chiamato “Corno d’Africa” dove sta scritto. Non c’è scritto e allora che cos’è questo corno d’africa, manco fosse un bisonte. E il Darfur, di cui a volte si parla, per via del fatto che c’è una guerra,ma che a noi non interessa, che cos’è, dov’è, che produce, come si chiama la sua gente. Sulle cartine geografiche non è indicato bene, è una regione del Sudan, ma tanto che ci importa è in Africa e questo ce lo dice la tv, quando si ricorda di informare.

4) La confusione poi si allarga se uno cerca la Germania. Ce n’erano due e adesso ce n’è una sola, mentre se si cerca la Cecoslovacchia, anzichè una, ora ne trovano due, una Ceca e una Slovacca. E poi c’è l’URSS, che ora è tornata a chiamarsi Russia ed è più piccola. Ci sono i nomi di tanti Stati nuovi da imparare con le relative capitali. E così la Yugoslavia, a due passi dall’Adriatico, adesso molto piccola, e noi italiani siamo di fronte a una Croazia, mai sentita nominare prima.

5) Per non parlare dell’Africa che prima aveva tutti Stati dai nomi facili, Congo belga, Congo francese, Costa d’ Avorio, Rodesia. Adesso questi stati hanno nomi difficili da ricordare e da pronunciare. Insomma una grande confusione. Confusione che potrebbe confondere troppo le menti dei ragazzi.

6) Non abbiamo più Leningrado, ma siamo tornati a Sanpietroburgo, senza gli zar veri, non abbiano più Stalingrado ma Volgograd. C’è poi Istambul che ha tre nomi, Bisanzio e Costantinopoli. (questi li ho sempre saputi). Tutto troppo difficile da studiare, meglio togliersi la materia dalle scatole e così siamo più tranquilli.

7) La geografia che il governo sogna è il nostro orto attorno a casa, inteso come paese o al massimo come città. Se qualcuno si chiede ma dov’è il Montefeltro? Dov’è la Ciociaria? Dov’è la Sabina ?(che non è una signora), se anche non lo sa, mica casca il mondo. Un ignorante era, lasciamolo ignorante. In più ci sono incongruenze anche in Italia, per esempio: la foresta umbra, anzichè in Umbria è nel Gargano, Redipuglia è nel Friuli, Guardia piemontese in provincia di Caserta. Insomma anche prima le cose non le avevano mica fatte bene. Adesso non ci importa neppure sapere se esistono.

Mi chiedo che fine faranno tutte quelle belle industrie, tipo l’Istituto Geografico De Agostini di Novara, industrie fiorenti che facevano mappamondi, atlanti, cartine geografiche, carte stradali (ormai inutili anche quelle con l’introduzione dei TomTom) i vari disegnatori, cartografi, tipografi, pittori, costumisti, studiosi, eccetera. (Cassa integrazione? si forse, poi licenziamento).

Peccato ho l’impressione che scompaia un’epoca. A me piaceva la geografia, e anche se non ero stata in certi luoghi, mi piaceva immaginarli.

Sono convinta però che alcuni potenti e recidivi evasori fiscali sappiano benissimo dove sono, geograficamente parlando, i PARADISI FISCALI. Eccoli, tutti o quasi. Teniamoceli, può darsi che qualche volta, in qualche processo, qualcuno li nomini e allora, dato che di atlanti e cartine geografiche non ci sarà traccia, li cercheremo nelle nostre memorie. Si può vedere anche la loro cartina geografica.