Scuola

Abolire lettura Dante a scuola,
offende minoranze religiose

Lo chiede l'Associazione Arre alla Gelmini
Annuncia anche Movimento antidantesco, sezioni in tutte province

  ApCOM, 22.2.2010

Roma, 21 feb. (Apcom) - Cancellare la Divina Commedia da tutti i programmi di studio perché conterrebbe delle parti anti-islamiche ed anti-ebraiche: a sostenerlo, attraverso una petizione inoltrata al ministro dell'Istruzione, è l'Arre, l'Associazione per il rispetto di tutte le religioni e la convivenza pacifica delle etnie culturali. Nella petizione si legge che "un numero crescente di cittadini italiani di religione islamica, insieme all'associazione tosco-emiliana per la difesa delle tradizioni cittadine e alla federazione Ggr (Gruppi gay riuniti) chiede di espungere la 'Divina Commedia' - un poema, oltretutto, scritto in una lingua non più comprensibile dalle nuove generazioni - dai programmi d'insegnamento di ogni ordine di scuole".

L'associazione ritiene che, "a torto, il capolavoro della letteratura italiana contiene centinaia, se non migliaia, di versi che violano ogni 'political correctness'" che "offendono gravemente non poche minoranze di cittadini, legittimano pesanti discriminazioni nei confronti dei diversi, rappresentano una intollerabile violazione dei 'diritti soggettivi' vanificati dal mancato rispetto della dignità delle persone".

Nella lunga lettera inviata al ministro Gelmini, l'Arre sostiene che "la 'Divina Commedia' offende, ad esempio, le religioni non cristiane. Ecco un esempio: "il Canto XXVIII dell'Inferno: 'Mentre che tutto in lui veder m'attacco,/guardommi, e con le man s'aperse il petto,/dicendo: 'Or vedi com'io mi dilacco!/vedi come storpiato è Maometto!/Dinanzi a me sen va piangendo Alì, fesso nel volto dal mento al ciuffetto', dove all'empio dileggio nei confronti del Profeta dell'Islam si unisce lo scherno".

 

L'associazione per il rispetto di tutte le religioni ritiene, inoltre, che il testo di Dante "contiene la prima teorizzazione di quel becero antisemitismo che ispirò, nel 1938, le famigerate leggi razziali di Mussolini". Per comprendere questa accusa, cita quindi il Canto V del Paradiso ("Se mala cupidigia altro vi grida,/uomini siate, e non pecore matte,/sì che 'l Giudeo di voi tra voi non rida!"), che "non a caso è abbondantemente citato dalla fascista 'Difesa della Razza'".

Per l'Arre il testo "offende la stessa religione cristiana con espressioni violente che farebbero arrossire gli stessi atei razionalisti, da Piergiorgio Odifreddi a Margherita Hack". Ma getta anche "ogni sorta di discredito morale su antiche e nobili città. Ricordiamo solo quel che vien detto di Firenze ("ingrato popolo maligno/che discese di Fiesole ab antico"), nel Canto XV dell'Inferno. "Alcune associazioni - sottolinea la petizione - hanno denunciato all'Arre altri aspetti della 'Divina Commedia' che, tuttavia, non si possono prendere in considerazione, ispirandosi la nostra Associazione alla più ampia e rispettosa tolleranza di tutte le opinioni, di tutte le filosofie, di tutte le fedi".

Mentre "i punti discutibili e pericolosi della 'Divina Commedia' da noi messi in evidenza, invece, sono talmente gravi da indurci non solo a far pervenire alla S.V. la nostra istanza di cancellarla dall'insegnamento, medio, liceale e universitario, ma a fondare il 'Movimento antidantesco', con sezioni in ogni provincia della penisola, allo scopo di sensibilizzare il paese a un problema che ormai si protrae da troppo tempo".