L'INDAGINE OCSE PISA

Gli "ultimi" promossi in lettura

Nella formazione regionale gli studenti leggono meglio e sono più bravi in matematica dei coetanei iscritti negli istituti professionali statali, un risultato che si registra solo in Piemonte

M.T.M. La Stampa, 22.12.2010

Dall’indagine internazionale Pisa 2009 dell’OCSE sulle competenze in lettura, matematica e scienze dei quindicenni emerge un dato sul quale gli esperti di didattica potranno riflettere a lungo. Lo speciale approfondimento sulla «lettura», cioè «la capacità di capire, utilizzare riflettere e misurarsi con testi scritti al fine di raggiungere i propri obiettivi, ampliare le proprie conoscenze e potenzialità e partecipare alla società», in Piemonte ha assegnato un punteggio superiore agli studenti della formazione professionale rispetto ai colleghi dell’istruzione professionale (per altro, nella media italiana della loro fascia). Insomma, la scuola, in Piemonte, è stata battuta dalle agenzie di formazione di Salesiani e altre realtà del privato sociale, soprattutto cattoliche, in lettura e anche in matematica.

«Di fronte ai dati piemontesi di PISA 2009 - osserva Luciano Abburrà, dirigente area di Ricerca politiche sociali dell’Ires Piemonte, ente che ha indagato gli esiti locali - viene un po' meno l'ottimismo che ha caratterizzato le analisi dei risultati 2003 e 2006. Gli studenti piemontesi, nel confronto con quelli della altre regioni del Nord, infatti, non brillano». Resta vero che i punteggi medi regionali in lettura (496), matematica (493) e scienze (501) si situano sempre al di sopra della media italiana (rispettivamente 486, 483 e 489) e in linea con quella OCSE (rispettivamente 493, 496 e 501). Tuttavia, il distacco dalle altre regioni del Nord, e in particolare dalla Lombardia, è più sensibile rispetto a quello delle rilevazioni precedenti (20 punti).

«In ogni caso, a confronto con le precedenti edizioni, i risultati nei diversi ambiti - spiega il ricercatore - sono sostanzialmente stabili, tranne in Lettura, in cui il calo rispetto al 2006 è di 10 punti. Qualcuno potrebbe pensare che i risultati medi siano peggiorati perché dal 2009 sono stati inclusi nel campione anche gli allievi della Formazione professionale regionale, oltre a quelli degli Istituti professionali di Stato. Non è così. In media, infatti, gli studenti della Formazionehanno ottenuto punteggi migliori deicolleghi degli istituti professionali statali, già presenti in passato con risultati piuttosto scarsi».

Gli allievi della Formazione professionale piemontese sono risultati migliori anche dei loro colleghi delle altre regioni del Nord. «In realtà, sono proprio e soltanto i risultati particolarmente deboli degli allievi degli istituti professionali statali che spingono in basso i risultati medi piemontesi. Licei e Istituti tecnici sono in linea con gli altri, e la Formazione persino migliore». Conclude Abburrà: «Si conferma che l’area dell’istruzione professionale è la più critica perché raccoglie gran parte degli adolescenti usciti dalla scuola media con forti carenze di preparazione e si ripropone l’interrogativo se il tipo di servizio offerto loro dalla scuola sia il più efficace per porvi rimedio».

Come reagisce l’istruzione professionale di fronte ai dati del Programme for International Student Assessment? Per Franco Pessana, preside dell’Istituto Boselli «Si dovrà vedere nel tempo, un anno solo può non essere significativo. Certo, nell’istruzione professionale occorre che tecniche di didattica più coinvolgenti siano più praticate. Oggi, infatti, arrivano alla fine i ragazzi che meglio si adattano a una didattica di tipo tradizionale». Franco Francavilla, preside del Galilei, ricorda che «nell’istruzione professionale si è sempre ritenuto un valore il maggiore approfondimento culturale. Ma i dati ci devono fare far riflettere. Nella formazione anche le discipline teoriche evidentemente contano su metodologie pratiche che in generale motivano di più i ragazzi. Sono anni che parliamo di insegnare competenze, superando la barriera della singola disciplina: è un obiettivo va rafforzato per andare incontro agli alunni svantaggiati sul piano culturale».