Bloccate le graduatorie dei prof. Nessun aggiornamento per i precari, impossibile cambiare provincia Alessandra Migliozzi Il Messaggero, 28.12.2010 ROMA - Graduatorie bloccate (non verranno aggiornate nel prossimo anno come previsto e, dunque, i docenti non potranno cambiare provincia di lavoro) e niente ‘bonus’ maturità anche per quest’anno. Sono i due ‘pacchi dono’ che l’amministrazione scolastica ha inserito nel milleproroghe approvato dal governo qualche giorno fa e che non mancheranno di suscitare perplessità e polemiche. Per quanto riguarda i docenti precari (nelle graduatorie ce ne sono 230mila, il 48% sono del Sud) il milleproroghe (che ora andrà convertito entro 60 giorni) stabilisce che le graduatorie provinciali non saranno aggiornate nel 2011, come invece era previsto. L’aggiornamento ci sarà nel 2012, salvo nuovi rinvii. L’effetto pratico? Un insegnante non potrà decidere, se nella sua provincia le graduatorie sono troppo ingolfate, di spostarsi in un’altra città per trovare più facilmente lavoro. Niente trasferimenti da Nord a Sud e, soprattutto, viceversa. Un regalo alla Lega? Se lo chiedono in molti, mentre gli insegnanti sono già in fibrillazione. Nel 2011, infatti, doveva scattare la possibilità, stabilita in un decreto Gelmini, di inserirsi nelle graduatorie di altre province a pettine, cioè in base al proprio punteggio, per un massimo di due città. Possibilità sfumata. Come sfuma pure la possibilità di aggiornare il proprio punteggio e, quindi, di poter scalare di qualche posto verso l’alto nella graduatoria della propria provincia. Per molti significherà qualche speranza in meno di ottenere un contratto. Il ministro, come si legge nel decreto milleproroghe, ha preso questa decisione in attesa del nuovo regolamento sul reclutamento degli insegnanti che dovrebbe arrivare proprio nel 2011. Brutte sorprese anche per i meritevoli delle scuole superiori. Anche quest’anno la maturità non farà punteggio per entrare all’università nei famigerati corsi a numero chiuso. La novità, introdotta nel 2007 dal governo Prodi, prevedeva la possibilità per i più bravi di portarsi in dote 25 punti nei test di accesso all’università. Punti che vanno guadagnati: serve un curriculum brillante. La norma non ha mai trovato riscontro. In quattro anni la commissione che lavora al ministero per l’applicazione della norma non ha raggiunto ancora un accordo su come ‘calibrare’ i voti in uscita da diverse scuole e indirizzi: un 100 preso nell’istituto x non è uguale a quello di un istituto y, si sa. Si cerca la soluzione. Anche per chi prende titoli stranieri come il baccaloreato francese. La ministra Gelmini aveva già deciso, sollecitata dai rettori e dalle facoltà, di abbassare i punti da 25 a 10. Ma anche quest’anno, per problemi tecnici, i meritevoli non potranno spendere il loro diploma nell’accesso all’università. |