Calano i Soli della Alpi,
Tricolore davanti a scuola

ADRO. Depositata ieri l'ordinanza del giudice che condanna il Comune a sostenere anche i costi dell'intera operazione di «pulizia». Il Tribunale di Brescia accoglie il ricorso della Cgil e ordina la rimozione dei simboli: impongono a professori e alunni «la visione culturale della Lega»

 da Bresciaoggi, 1.12.2010

Adro. La scuola di Adro dovrà esporre la bandiera italiana e quella dell'Unione Europea. Lo ha stabilito il Tribunale civile di Brescia, accogliendo un ricorso della Cgil, ordinando anche la rimozione definitiva a «spese del Comune» delle centinaia di Soli delle Alpi. Così, a tre settimane dalla prima udienza del 5 novembre la causa premia il ricorso presentato da Camera del Lavoro, Flc e Cgil.

Il giudice Gianluca Alessio ha disposto che ogni simbolo scompaia a spese del Comune dal nuovo polo scolastico. L'ordinanza depositata ieri stabilisce che davanti alla scuola «unici simboli la cui esposizione è prevista presso gli edifici pubblici» siano bandiera italiana ed europea. Accogliendo le richieste degli avvocati del sindacato, Alberto Guariso e Alessandro Zucca, il dispositivo, molto articolato, ripercorre i momenti principali della vicenda, dichiarando che il sindacato difende a buon diritto le «convinzioni personali» dei lavoratori della discriminazione introdotta da simboli di partito nell'ambienti di lavoro, e gli alunni che hanno diritto ad una scuola neutrale e laica.

IL GIUDICE del tribunale di Brescia smonta la tesi che il «Sole delle Alpi» sia un simbolo della tradizione locale, osservando che la stessa difesa, citando Wikipedia si contraddice: «Dal complessivo tenore della voce non è dato riscontrare alcun passaggio che giustifichi qualsiasi pertinente riferimento alla storia e alla tradizione di Adro, al più vi è un riferimento generico alla comunità pedemontana dell'Appennino e dell'arco delle Alpi, cui Adro non appartiene».

Al contrario il giudice sottolinea che si tratta del simbolo della Lega, depositato e inserito nella sua bandiera, notando che «secondo Rosanna Sapori, ex consigliere comunale leghista e giornalista di Radio Padania libera, il marchio sarebbe oggi di proprietà di Silvio Berlusconi che lo avrebbe ottenuto in cambio del salvataggio di Credieuronord».

Il giudice riconosce come evidenti «i sintomi di una distorsione del contesto educativo» per docenti, costretti ad agire in un ambiente «che suggerisce una visione di parte» e per alunni cui si impone come normale «la visione culturale della Lega Nord con l'impiego pervasivo della sua simbologia nel modo comune di sentire e l'impossibilità del docente di attuare un modello educativo propositivo». Ordinando la rimozione a spese del comune «sotto la vigilanza del dirigente scolastico», il giudice ha chiesto poi di esporre davanti alla scuola le bandiere italiana e europea, la pubblicazione dell'ordinanza, per estratto sui quotidiani locali, per una settimana all'albo della scuola e ha condannato a pagare 2.500 euro di spese processuali al sindacato.

«SENTENZA IMPORTANTE, la scuola pubblica deve essere laica» hanno dichiarato i legali. Damiano Galletti segretario della Cgil: «Siamo particolarmente soddisfatti - ha concluso Galletti - che la sentenza arrivi dopo una mobilitazione non solo del nostro sindacato, ma di insegnanti, genitori, cittadini e cittadine, mezzi di informazione».
Infine Pier Paolo Begni, segretario della Cgil scuola, ha aggiunto: «L'ordinanza sancisce il diritto dei lavoratori della scuola a lavorare in ambienti senza simboli di partito».