Ci sarà il bis
il 22 dicembre?

da TuttoscuolaNews N. 468 20.12.2010

La manifestazione del 14 dicembre, degenerata in gravi incidenti di piazza (del tutto analoghi a quelli verificatisi nelle scorse settimane in altre capitali e città del mondo), dimostra che nella logica dei grandi numeri, come sono le decine di migliaia di manifestanti in città come Londra o Roma o Atene, è proporzionalmente sempre più elevata la probabilità che una infima percentuale di partecipanti raggiunga la ‘massa critica’ sufficiente per innescare incidenti.

150 individui, per esempio, sono l’1% di 15.000, lo 0,3% di 50.000, e solo lo 0,1% di 150.000: bastano per creare incidenti anche gravi, e sembra chiaro che più le manifestazioni sono numerose e maggiore è la probabilità che coloro che sono intenzionati a ricorrere alla violenza raggiungano la citata massa critica. Lo si è visto ripetutamente anche in occasione di eventi sportivi.

A quanto pare l’orientamento di alcuni gruppi e movimenti di studenti, a partire da quelli delle università romane, è di ‘non mollare’, di tentare un’ultima protesta in coincidenza con il voto finale sulla riforma Gelmini, in calendario per mercoledì 22.

C’è da sperare che tutti, a partire dai responsabili delle violenze del 14, meditino sulle parole di Roberto Saviano, un intellettuale certamente non ostile ai manifestanti: “Ogni gesto violento è stato un voto di fiducia in più dato al governo Berlusconi. I caschi, le mazze, i veicoli bruciati, le sciarpe a coprire i visi: tutto questo non appartiene a chi sta cercando in ogni modo di mostrare un’altra Italia”.

Se il 22 dicembre la riforma passerà, la via maestra per chi la contesta è quella di prepararsi a cambiarla costruendo un’alternativa di governo. E sapendo che ogni cedimento, ambiguità o giustificazionismo di fronte alla violenza allontana la prospettiva.