IL CASO
Occupazioni, migliaia di assemblee, web La parola d'ordine che passa da un capo all'altro della penisola è "Cogliere tutti di sorpresa". Non si contano le scuole e le facoltà occupate, inizia anche uno sciopero della fame. E poi i primi appuntamenti fino al 22 Carmine Saviano la Repubblica 19.12.2010 Daspo. Rafforzamento della zona rossa. Arresti preventivi. Per neutralizzare la protesta del movimento studentesco, l'intento del governo 1 sembra essere quello di blindare Roma per i giorni del 20, 21 e 22 dicembre. Cioè fino a quando non sarà concluso l'iter legislativo della riforma Gelmini. Ma gli studenti non ci stanno. La parola d'ordine è spiazzare. Mettere in piedi una mobilitazione in grado di cogliere tutti di sorpresa. E mentre si discute e si organizzano le prossime mosse, negli atenei italiani occupati la mobilitazione continua. Con un grado d'intensità basso ma costante: concerti, seminari, sit-in, mostre, lezioni in strada, letture collettive. Per continuare ad alimentare la speranza di cambiamento. Occupazioni. Effettuare un censimento delle scuole italiane occupate è pressoché impossibile. La situazione cambia di ora in ora. Le ultime stime parlano di 250 istituti occupati in tutte le maggiori città italiane. Gli studenti prendono possesso delle strutture scolastiche. E le analizzano. L'occupazione diventa anche un modo per verificare l'agibilità degli edifici 2. Per l'Unione degli Studenti: "Circa 547 scuole risultano non a norma dell'ex legge 626, con mancanza di banchi, sedie, acqua corrente nei servizi igienici. Oltre 300 sono sprovviste di un piano di evacuazione in caso di incendio e quasi tutte non hanno i certificati di stabilità aggiornati". Diario della protesta. Grazie alla rete è possibile osservare da vicino quasi ogni occupazione. Per esempio, si può guardare il video con cui il Collettivo Studi Orientali dell'Università la Sapienza di Roma annuncia di entrare in sciopero della fame 3 fino al 23 dicembre. Lo slogan: "Con la cultura non si mangia, per la cultura non mangiamo". E nella capitale la protesta diventa itinerante. Basta un sms o un post su Facebook per spostare in piazza centinaia di ragazzi pronti ad ascoltare lezioni o interventi di personaggi dello spettacolo. E all'interno delle facoltà i corridoi si animano con mostre: foto, quadri, disegni. E di sera spazio alla musica dal vivo o alle cene solidali per raccogliere fondi per coprire le spese della protesta. Riserbo. Le prossime mosse del movimento sono indecifrabili. I ragazzi puntano tutto sull'effetto sorpresa. I punti sicuri sono pochi. Per il 20 dicembre Assemblee di facoltà sono previste in quasi tutte le Università occupate. All'ordine del giorno: discussione sui fatti del 14 dicembre e modalità e tempistica delle proteste del giorno successivo, il 21. E' questo il giorno più atteso. A una settimana dal B-Day, il copione sarà molto simile. Roma sarà attraversata degli studenti medi e universitari. Cortei annunciati anche a Napoli, Reggio Calabria e in altre città italiane. Per il 22 dicembre, di certo c'è il presidio convocato a piazzale Clodio, sempre a Roma, per manifestare solidarietà ai ragazzi fermati dalla polizia il 14. Ma sono tante le micro iniziative in tutto il paese. La topografia della protesta s'infittisce di ora in ora. Con piccole azioni in tutte le maggiori città universitarie. Volantinaggi, discussioni pubbliche, piccoli cortei improvvisati. E per gli ultimi tre giorni di protesta il fronte degli studenti sembra allargarsi: solidarietà al movimento è stata espressa da tanti protagonisti del mondo del lavoro che hanno sottoscritto l'appello Liberi Tutti 4. |