la PROTESTA I prof napoletani dicono «no» ai premi per merito previsti dal ddl Gelmini
Già 24 gli istituti che hanno votato contro, Angelo Lomonaco Il Corriere del Mezzogiorno, 15.12.2010 NAPOLI - Ieri nuova giornata di protesta contro la ministra Gelmini con studenti delle superiori in corteo e i ricercatori nel rettorato della Federico II. Intanto si apre un nuovo fronte contro la ministra: le scuole partenopee, invitate ad aderire volontariamente alla sperimentazione della premialità per gli insegnanti in programma a Napoli e a Torino, stanno opponendo rifiuti in serie. Già ventiquattro gli istituti che hanno votato contro o approvato documenti contrari. «Tagliano a tutti e poi vogliono premiare qualcuno, creando anche contrasti all’interno di un corpo docente che dovrebbe operare in armonia» sostengono in sintesi i prof. LA PROTESTA - Alcune migliaia di studenti dell’Uds, vicini alla Cgil, hanno attraversato il centro da piazza Mancini, lungo corso Umberto, verso la Prefettura. Al corteo si sono uniti gli operatori del terzo settore e anche un gruppo di extracomunitari. Circa trecento dei liceali, infine, hanno effettuato un presidio piazza del Plebiscito. Quasi contemporaneamente un gruppo di ricercatori e docenti universitari ha occupato il rettorato della Federico II. Sia l’una che l’altra sono state proteste semmai rumorose ma pacifiche, diversamente da quanto avvenuto a Roma, infatti nel suo ufficio c’era anche il rettore Marrelli. Sia studenti che prof e ricercatori sono in agitazione contro Mariastella Gelmini. Ma contro la ministra, nella scuola, sta emergendo una nuova forma di protesta. Silenziosa e clamorosa al tempo stesso. Gli insegnanti, infatti, stanno bocciando il suo progetto, lanciato con grande enfasi poche settimane fa. NAPOLI E TORINO LE CITTA' PRESCELTE PER LA SPERIMENTAZIONE - Dal sito del ministero dell’Istruzione, la Gelmini aveva annunciato: «È un giorno storico. Parte finalmente un progetto concreto che introduce il merito nel sistema d’istruzione italiano, per valutare e premiare i docenti migliori» . La sperimentazione, spiegava, è «finanziata con parte del 30 per cento dei risparmi ottenuti dalla razionalizzazione delle spesa al netto delle risorse destinate al recupero del personale docente» . Infine aggiungeva: «Ai docenti particolarmente meritevoli verrà assegnato un premio pari ad una mensilità di stipendio». Città prescelte per la sperimentazione: Napoli e Torino. Condizione necessaria per partecipare, l’adesione volontaria delle scuole, tra le quali se ne sarebbero dovute scegliere venti, poi ridotte a quindici. In ognuno di tali istituti, sulla base delle valutazioni di una commissione, dovrebbero essere premiati i migliori prof, circa il 20 per cento del totale. Il problema è che le scuole napoletane— come sta avvenendo anche nel capoluogo piemontese — stanno scegliendo di non partecipare. GLI ISTITUTI CHE HANNO DETTO «NO» - L’elenco degli istituti di ogni ordine e grado che ha ufficializzato il proprio «no» o prodotto documenti contrari alla sperimentazione è lungo. Si va dal Liceo Tito Lucrezio Caro al Convitto Nazionale Vittorio Emanuele, dai Licei scientifici Vittorini e Galileo Galilei all’VIII Istituto magistrale, dal ° Circolo didattico di Secondigliano al 54 ° Circolo Scherillo e al 33 ° Soccavo, dall’Istituto professionale De Santis all’ Itis-liceo Augusto Righi, dal 91 ° Circolo didattico Zanfagna all’Istituto comprensivo Teresa Confalonieri, dall’Istituto superiore Giuseppe Mazzini al Margherita di Savoia, dal 22 ° Circolo al Liceo scientifico Copernico e agli Istituti Caracciolo-Salvator Rosa e Novaro, dalle Scuole medie Guarino, Carlo Levi e Minucci al ° Circolo didattico fino all’Itc Mario Pagano. Ventiquattro in tutto, ma l’elenco è in continua evoluzione. Ed è pubblicato sul sito dei Cobas, l’unico sindacato che sostiene la protesta insieme con il Coordinamento precari scuola. Sostiene non promuove, perché si tratta soprattutto di un movimento spontaneo. Perché tanta avversione? Lo spiegano i documenti approvati dagli insegnanti. I docenti del liceo classico Pansini, «autoconvocatisi» , scrivono: «Noi contestiamo il progetto ministeriale di sperimentazione della valutazione degli insegnanti a fronte del blocco del contratto nazionale di lavoro e degli scatti di anzianità fino al 2013. Tale sperimentazione creerebbe di fatto forme di conflittualità all’interno del corpo docente, laddove, invece, la scuola rappresenta un’unica comunità educante, volta a trasmettere valori di unità e solidarietà». LA COLLEGIALITA' PRINCIPIO DA DIFENDERE - «Il progetto sperimentale si propone obiettivi inaccettabili» , aggiunge il collegio docenti del Galilei, perché «individuare un modello per la valutazione della professionalità docente che premi le migliori performance individuali significa eliminare il sano principio della collaborazione, della collegialità, del lavoro di team che è e che qualifica e rende efficace il lavoro di una scuola». In sintesi, considerano inaccettabile che si tagli a tutti e si premi qualcuno, creando conflitti interni. Ma lo sono, per insegnanti in rivolta, anche i criteri di valutazione considerati poco chiari prima ancora che discutibili. E ancora, che nelle scuole siano costituiti, come prevede la ministra, un “ nucleo” composto dal dirigente scolastico, due docenti eletti dal Collegio dei docenti e dal presidente del Consiglio di istituto» . A quei due prof giudicanti andrebbe mezzo stipendio in più. Un nuovo fronte è aperto. Ora c’è da capire chi si schiererà da una parte e chi dall’altra. Innanzitutto i sindacati confederali. |