La Legge Brunetta favorisce i dirigenti “sceriffi”? Altra denuncia della Gilda di A.G. La Tecnica della Scuola, 4.12.2010 Riguarda una docente che ha fatto una barchetta di carta con il foglio con cui il preside le aveva notificato un ordine di servizio già eseguito: il ds non la prende bene e gli assegna tre giorni di sospensione. Il sindacato parla di situazioni aberranti e clima da caserma. Per chi vuole fare ricorso non resta che il giudice del lavoro. L’insegnante trasforma in una barchetta di carta il foglio con cui il preside le aveva notificato un ordine di servizio perchè la docente lo aveva già eseguito: il dirigente scolastico non la prende bene e gli assegna tre giorni di sospensione dal servizio. A denunciare il fatto, accaduto in una non meglio specificata provincia del Meridione, è la Gilda degli insegnanti: il sindacato ha infatti associato il racconto della docente, che iscritta alla Gilda ha chiesto (e ottenuto) la presentazione di un ricorso, con l’innalzamento dei poteri forniti ai capi d’istituto a seguito della Legge 150/09, più nota come riforma Brunetta. Secondo il sindacato le nuove norme stanno "mietendo le prime vittime fra i docenti": la novità principale è che i presidi non si limitano più all’avvertimento scritto, come avveniva sino a qualche mese fa, quando ad esaminare i casi di vera insubordinazione era l’organo scolastico superiore, il Consiglio di disciplina, ma comminano al dipendente (dopo comunicazione di addebito e successivo confronto) fino a 10 giorni di sospensione. Per il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio, si tratta dell’ennesimo caso in cui il dirigente scolastico decide di mettere mano al ‘bastone’ dimenticando che i docenti non sono dipendenti aziendali. Nella fattispecie il sindacalista ritiene che comminare tre giorni di sospensione, per aver trasformato in una barchetta di carta un ordine di servizio, rappresenti solo la volontà, da parte del capo d’istituto di "dare una lezione" all’insegnante. "Il caso di questa collega – dichiara Di Meglio - è soltanto una delle situazioni aberranti che si stanno verificando dopo che la riforma Brunetta ha attribuito ai dirigenti scolastici uno spropositato potere disciplinare non bilanciato da adeguati organi di controllo. Quanto accaduto a questa insegnante – conclude il sindacalista – dimostra la necessità di introdurre meccanismi che limitino i poteri eccessivi assegnati ai dirigenti e tutelino il lavoro dei docenti". Secondo Di Meglio il clima che si respirerebbe in molti istituti sarebbe diventato addirittura simile a quello della caserma, piuttosto che quello più consono ad una scuola: sta di fatto, però, che la Legge Brunetta non può essere cancellata. Almeno sino a quando un nuovo Parlamento non dovesse superarla con un provvedimento apposito. I tempi, semmai se ne presentasse l’esigenza, si preannunciano quindi lunghi. E poiché i 10.000 istituti italiani pullulano di dirigenti scolastici poco inclini al dialogo (che hanno deciso di prendere alla lettere le disposizioni del ministro della Funzione Pubblica), nei prossimi mesi per i giudici del lavoro si preannuncia un lavoro maggiorato, proprio per sanare le diatribe tra presidi “sceriffi” e personale abituato da decenni a non abbassare la testa. |