Venti di tempesta o venti di primavera?

di Piero Morpurgo, 16.4.2010

In quella parte ove surge ad aprire

Zefiro dolce le novelle fronde

di che si vede Europa rivestire…

Dante designa la Spagna come la terra da cui si origina il vento di Primavera però, a leggere le cronache, anche da lì sembra spirare vento di tempesta nelle Scuole: sconcerto in Catalogna per aver assegnato ai dirigenti il diritto di scegliersi i supplenti[1]; in più potranno assegnare incrementi retributivi ad alcuni docenti e partecipare alla valutazione di questi: los directores podrán proponer la asignación de complementos retributivos de los profesores, siempre teniendo en cuenta "los criterios establecidos por el Gobierno". También podrán participar en la evaluación de las funciones de los profesores y seleccionar a los interinos[2].

La FEDADi, federazione dei dirigenti, arriva anche a chiedere la possibilità di supervisione di ciò che fanno gli insegnanti in classe[3]. Colpisce la divaricazione tra analisi dei problemi e proposte che propendono per una spinta dirigista nella gestione della Scuola. Ora, il 27 gennaio 2010, il Minesterio de la Educación ha redatto una proposta per un Pacto Social y Político por la Educación ove si legge che la Scuola deve essere di tutti e per tutti: en el siglo XXI, el sistema educativo ha de ser de todos y para todos. Il ‘Pacto’, oltre a riproporre alcuni temi consueti (successo formativo, l’educazione permanente etc.), rileva due necessità:

a) non è possibile che Stato, Enti Locali, associazioni continuino ad operare scelte sulla Scuola spesso contraddittorie;

b) le modifiche al ‘Pacto’ dovranno avere una maggioranza di 2/3 in Parlamento: tanto los cambios normativos como en su caso las futuras modificaciones que se puedan derivar de las medidas acordadas en este Pacto Social y Político por la educación precisarán una mayoría parlamentaria de 2/3 en el Parlamento[4].

La disposizione può apparire eccessiva; ma vista dall’Italia, ove ad ogni cambio di Ministro muta l’assetto della Scuola, la proposta avrebbe i suoi vantaggi. Il ‘Pacto’ vede la profonda diffidenza di una realtà politica, scolastica e sindacale fortemente connotata dalle autonomie regionali che intendono opporsi a un’idea centralista della Scuola. A riprova di ciò c’è la protesta del Partito Popolare che chiede garanzie sull’unità linguistica della scuola giacché le derive regionalistiche stanno alterando proprio la conoscenza dello spagnolo (castigliano): el PP propone garantizar la enseñanza «del español y en español» en todas las comunidades, derecho que como se sabe no se respeta ni en Cataluña, ni en Baleares[5]. Peraltro lo stesso partito che chiedeva la soppressione della materia Educazione alla Cittadinanza perché questa avrebbe l’ "intento de meter doctrina política y partidista en las aulas" starebbe rivedendo questa posizione[6], d’altro canto i socialisti difendono l’obbligo scolastico a 16 anni che invece si vuole abbassare a 15.

Fonte di attrito sindacale è il susseguirsi di riforme che hanno investito la formazione professionale - sin dal 2002 - in particolare e la Scuola in generale[7]: persiste l’orientamento introdotto da Zapatero per cui i corsi debbono essere solo tecnici sicché gli allievi perdono ogni offerta culturale di più ampio respiro e questa tendenza affascina anche molti in Italia (si veda qui il programma per la qualifica di idraulico)[8].

Diverso è il discorso previsto per chi -a 19 anni- accede ai corsi per Técnico superior en administración y finanzas in questo caso i programmi (sì: i programmi!) sono molto dettagliati e dunque si tratta di un percorso ben più articolato dai nostri corsi IFTS[9]. Il nodo denunciato dai sindacati STES (Sindicato de Trabajodores de la Enseñanza de Madrid) e INDOMA (Interinos docentes de Madrid) è che il percorso professionale iniziale articolato in 26 ‘famiglie’ di indirizzi e in 5 livelli di qualifiche e competenze porta a una “formación basura para el trabajo basura” ovvero a un’educazione-immondizia per un lavoro-immondizia che è fondato su minime unidad de competencia che sottraggono allo studente la possibilità di possedere orizzonti mentali polivalenti[10]. L’esasperazione di una didattica fondata su tecnicismi e abilità allontana i ragazzi dalle letture e questo sembra non preoccupare chi dirige le Scuole: il libro è un oggetto che si vede ormai solo in classe denuncia l’Osservatorio della lettura dell’Andalusia: va a ser que si el niño no ve libros en su casa, si no tiene cerca una biblioteca, si no le rodea una cultura lectora (gente que sostiene libros en el autobús, gente que conversa de libros, gente que se entusiasma con libros), va a acabar por no cogerle afición a los libros[11].

Il tutto mette in allarme il sindacato STES perché:

1) viene progressivamente sottratta alla scuola pubblica la formazione professionale che verrà gestita anche da soggetti privati;

2) la certificazione dei diplomi deve rimanere allo Stato evitando que la nueva tarjeta europea de certificación de competencias profesionales pueda convertirse en un sistema de certificación en paralelo, en manos de intereses privados;

3) aumenta il numero di alunni per classe mentre sarebbe necessario avere non più di 15 allievi nei laboratori[12].

La preoccupazione è forte perché, al di là delle buone intenzioni del ‘Pacto’, non si stanziano risorse economiche per le attività scolastiche pertanto il 17 marzo in Catalogna studenti e professori hanno scioperato - per la quarta volta in 2 anni - contro la chiusura dei plessi scolastici e contro l’aumento degli alunni nelle classi[13]. Zephiro torna, e 'l bel tempo rimena /…/ Ma per me, lasso, tornano i più gravi sospiri; con Petrarca: è tempo di Primavera ma si soffre nella Scuola. Oggi è sempre più necessario un vento nuovo, di varietà di valori e di colori, di idee e di passioni.

                                                                                   Piero Morpurgo

 


 

[1]http://www.elpais.com/articulo/cataluna/directores/tendran/poder/ elegiran/maestros/ interinos/elpepiespcat/20100320elpcat_11/Tes

[2]http://www.elpais.com/articulo/cataluna/poder/directores/escuelas/divide /comunidad/ educativa/elpepiespcat/20100321elpcat_2/Tes

[3] http://www.fedadi.org/wp-content/uploads/2010/02/Aportaciones-desde-FEDADi-al-pacto-educativo.pdf