Scuola, i precari scrivono alla Gelmini Portas: gente di 50 anni che da 20 fa supplenze non può essere dimenticata di Domenico Malara La Gazzetta del Sud, 1.4.2010 La vertenza dei precari della scuola di Reggio Calabria arriva sul tavolo del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. Nei giorni scorsi, infatti, a seguito dell'assemblea pubblica svoltasi in città sul tema scuola-lavoro, alla quale hanno preso parte un centinaio tra precari della scuola di Reggio, Messina e Catania insieme a genitori, alunni e personale scolastico di ruolo, è stata redatta un lettera nella quale sono stati evidenziati i punti principali della protesta. Le perplessità riguardano l'accorpamento degli edifici e il conseguente sovraffollamento nelle classi; l'introduzione del maestro unico e l'eliminazione delle compresenze; l'impossibilità di nominare supplenti per mancanza di fondi in caso di assenza del personale organico; ; il licenziamento di massa dei precari storici con 20/25 anni di professionalità acquisita; la messa in sicurezza e la manutenzione dell'edilizia scolastica; la riduzione dell'orario di apprendimento e le cattedre di sostegno dimezzate. «L'impressione – afferma il portavoce del comitato precari Giovanni Porta – è che a seguito della recente riforma, ci stiamo avviando verso il declino della scuola. Presidenzialismo e riforme della giustizia sono i temi di interesse prioritario di questo governo, mentre per i problemi reali che riguardano il mondo della scuola e dell'occupazione non vi è spazio». «I precari beneficiari del decreto ministeriale 134/09 – spiega ancora Portas –, hanno confermato alcune anomalie riguardo improbabili supplenze e situazioni in cui insegnanti risultano impegnati in incarichi brevi mentre di fatto non lo sono. Progetti regionali non monitorati nei quali non rientrano neppure i docenti di tutte le classi di concorso come per esempio musica, arte e motoria. Insegnati con 50 anni di età e 20 di precariato hanno voluto esternare la demagogia di tutte le propagande politiche che vengono continuamente orientate verso i giovani, mentre a chi ha raggiunto la mezza età non si intende risolvere la piaga del loro precariato storico, ma solo emarginarli e discriminarli a colpi di decreti legge». Nel corso dell'assemblea si è parlato anche dell'esclusione dal "salva-precari" di numerosi lavoratori storici con anni di supplenze nelle scuole. «Decreti – afferma Portas – che di fatto non "salvano" proprio nessuno. Il dramma è che gli ex-precari sono, purtroppo, numerosissimi e a questi non è stato ancora prospettato nessuna alternativa. A loro non vengono contemplati più gli anni di supplenza, le abilitazioni conseguite, l'anzianità di servizio e una gran quantità di punti maturati nelle graduatorie provinciali. Tutto questo per vedersi superati da colleghi, seppure abilitati nella stessa classe di concorso, ma con punteggi irrisori, per merito del fatto che sono beneficiari del decreto ministeriale 134/09. È ovvio che i precari si trovano di fronte ad una riforma più economica che scolastica e non di tutela verso una categoria debole come la nostra. Di fronte ad una evidente anomalia in materia di scuola – conclude Portas –, l'assemblea chiede di prendere i dovuti provvedimenti, poiché i precari storici esclusi non si arrenderanno mai fino a quando non sarà riconosciuto il diritto di portare avanti una missione: quella di continuare ad insegnare». |