Giovani disinformati sulla sessualità,
in 300 mila riparano con la tv

di A.G. La Tecnica della Scuola, 28.4.2010

Ne è così convinta la Sigo, la società italiana di ginecologia e ostetricia, che ha invitato gli “idoli dello spettacolo” a seguire una formazione in modo da non fornire degli esempi negativi (anche non voluti) su questo genere di argomenti. Per le associazioni dei genitori vanno però sostenute le famiglie: per troppe il sesso rimane un tabù.

L’informazione più qualificata sulla sessualità? Per almeno 300 mila adolescenti italiani è rappresentata dalla tv. Ne è così convinta la Sigo, la società italiana di ginecologia e ostetricia, che ha invitato gli “idoli dello spettacolo” a seguire una formazione in modo da non fornire degli esempi negativi (anche non voluti) su questo genere di argomenti. Fa pensare, hanno spiegato i ginecologi, che “la stessa percentuale, solo il 10% dei nostri giovani, si rivolge in primo luogo a insegnanti, fratelli o sorelle”. E non procede molto meglio nelle scuole, dove non viene sempre insegnata l'educazione sessuale, visto che il 64% degli studenti intervistati dalla Sigo ha chiesto desidera che si parli più spesso di sesso tra i banchi.

"Quando si toccano argomenti che riguardano l'educazione sessuale – ha detto Giorgio Vittori, presidente della Sigo - vanno utilizzate grandi prudenza e professionalità. Nel nostro Paese le esperienze sono a macchia di leopardo e probabilmente richiedono una strategia illuminata. In mancanza di punti di riferimento gli adolescenti si rivolgono a internet, radio e piccolo schermo: gli idoli dello spettacolo possono quindi influenzarli con comportamenti e messaggi".

Chi sembra perdere autorevolezza, e non solo per affrontare questo genere di argomenti, è soprattutto la famiglia:"il vero problema – ha detto Lucia Rossi Castro, presidente dell’Age di Roma – è che molti genitori rimandano in continuazione l’argomento sessualità perché pensano che i figli non siano ancora pronti. O, peggio ancora, perché per loro il sesso rimane un tabù. Invece – continua la rappresentante dei genitori – il ragazzo deve sapere che può sempre rivolgersi a madre, padre o fratello per chiedere informazioni".

Non tutte le famiglie sono però preparate su argomenti di cui, a loro volta, hanno sentito parlare in rare occasioni. Per dare una mano a questi nuclei familiari in difficoltà di comunicazione, l’Age di Roma da alcuni anni ha avviato il progetto ‘Scuola genitori’: “serve ad aiutarli a capire e a conoscere i figli. Far praticare loro dello sport e fargli mangiare vitamine non basta a soddisfare tutte le esigenze. Anche le istituzioni fanno la loro parte: nella provincia di Roma, ed esempio, nei mesi scorsi è stato realizzato un libretto sui rischi derivanti da pratiche sessuali sbagliate". L’associazione dei genitori non se la sente, quindi, di scaricare troppe colpe alla scuola: "perché – ha detto la presidente della sezione romana – non possiamo rovesciare tutto sui docenti: che hanno poco tempo e riescono a fare le lezioni come vorrebbero. E poi sono convinta che moltissimi, in realtà, danno informazioni sulla sessualità: ad esempio partendo dalle scienze oppure parlando del fatto del giorno, spesso cronache che hanno a che vedere col sesso, e di come è stato commentato dai giornali". Quei giornali, in particolare i quotidiani, che però nelle famiglie italiane è sempre però meno facile trovare.