Scuola, boom d'iscrizioni ai licei

Purtroppo rimane ancora da debellare la piaga della cosiddetta evasione

di Francesco Bonardelli La Gazzetta del Sud, 2.4.2010

La riforma della secondaria superiore non ha invertito la consolidata tendenza degli anni Duemila nella scelta dopo la terza media; anzi, ha accentuato quel boom d'iscrizioni ai licei, che nell'ultimo decennio ha stabilizzato la loro crescita in oltre tre punti di percentuale, superando in media il 45% del totale degli alunni frequentanti sull'intero territorio nazionale.

Secondo i primi dati, sarebbero i nuovi indirizzi liceali a raccogliere ancora la maggioranza di preferenze tra gli adolescenti: a fronte di una complessiva tenuta del Classico, gli Scientifici avrebbero incrementato il numero delle classi grazie all'opzione per le scienze applicate, mentre un vero e proprio exploit riguarderebbe l'indirizzo delle scienze umane, arricchito dalla specializzazione economico-sociale.

Positivi i riscontri anche per il Linguistico e per l'Artistico, mentre rimane decisamente al palo l'opzione musicale-coreutica, limitata a un numero minimo di istituti del centro-nord. L'istruzione tecnica, ferma a poco più del 30% di preferenze, non riesce invece a rinverdire i fasti degli anni Novanta, quando oltre la metà degli adolescenti veniva attratta dalla concreta possibilità di una veloce collocazione lavorativa. Eppure, proprio in quest'àmbito la riforma complessiva del sistema ha previsto le innovazioni maggiormente significative e al passo con il mercato delle professioni. Probabilmente, i tempi stretti intercorsi tra l'approvazione dei regolamenti applicativi e il termine di scadenza delle domande non hanno consentito un'opportuna assimilazione dei contenuti delle varie specializzazioni; prime fra tutte, quelle riguardanti la finanza e il marketing, l'informatica e le telecomunicazioni, l'ambiente e il territorio, che potrebbero tra qualche anno rappresentare l'autentico e agognato trait d'union tra scuola e occupazione. Percentuali sempre basse, ma sostanzialmente uguali a quelle dello scorso anno, in merito alle scelte per i Professionali, dove sono decisamente in crisi gli indirizzi per i servizi connessi all'agricoltura e allo sviluppo rurale, mentre tengono nelle zone a vocazione turistica le specializzazioni per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera. In tutto un 15% di giovani alla ricerca di una prima occupazione, che al momento risente della diffusa crisi di settore. Infine, il dato minimo ma preoccupante sulle "fughe" dopo la scuola media dal sistema dell'istruzione e della formazione. Ogni cento allievi, ce ne sono cinque-sei che non proseguono gli studi, nonostante le prescrizioni formali e le sanzioni previste per i loro genitori: la piaga della cosiddetta evasione, che neanche l'istituzione dell'anagrafe scolastica è riuscita del tutto a debellare a causa dei mille espedienti per sottrarsi all'obbligo. Non ultimi, i continui cambi di residenza e di recapito, che rendono di fatto impossibile il contatto tra le istituzioni e le famiglie, con le immaginabili conseguenze sul futuro di ragazzi e ragazze già vittime predestinate d'ogni strategia di sfruttamento.