L'intervento

Incentivi ai prof più bravi

 Pasquale Almirante La Sicilia, 25.4.2010

Saranno state le turbolenze nel suo partito o una più puntuale informazione con gli esperti, sta di fatto che la ministra del Miur, Gelmini, è ritornata sui suoi passi attorno alle graduatorie regionali degli insegnanti: «Non è affatto detto che ci si arrivi; non vogliamo una scuola regionalizzata», che sono parole di assoluto buon senso. Tutto era nato da un disegno di legge della Lega nord che pretendeva albi e concorsi regionali dove i docenti si impegnavano a rimanere almeno 5 anni, la durata cioè di un ciclo di studi, a cui Formigoni si era aggrappato insieme alla ministra, dimenticando però che si sarebbero dovute abrogare tante altre leggi con un blitz che avrebbe sicuramente condotto alla corte costituzionale. E' così farraginoso infatti l'iter per entrare nei ruoli della scuola che dare un colpo di spugna avrebbe rimesso in discussione, non solo le miriadi di precari storici in attesa da anni, ma anche i nuovi che annualmente si muovono alla ricerca di un posto. Ma a parte questo, c'era un altro vulnus di natura egualitaria a livello di vere e proprie conoscenze che faceva presupporre una frammentazione culturale all'interno del territorio nazionale, come del resto la stessa Gelmini ha poi chiarito: «La scuola è la struttura che garantisce il sapere nazionale e uno dei pochi settori in grado di tenere unito il Paese». E su queste parole la scuola seria, compresa quella del nord sempre a caccia di docenti, brinda. Superato lo scoglio però arriva sempre dalla ministra un'altra fiorettata: incentivi ai più bravi in un ddl pronto per settembre: "la riforma delle riforme" l'ha chiamata. Tra i 120/150 mila insegnanti riceveranno un sensibile aumento di stipendio dopo una selezione affidata a una commissione. In pratica su circa 800 mila professori solo uno sparuto numero (1/3?) sarà premiato, ma si direbbe contestualmente a tutto il resto che è inadeguato o poco adatto alla sua funzione. I sindacati si sono allarmati perché se esiste un luogo tanto ricco sarebbe meglio ripartire i fondi nel contratto già scaduto, visto che gli aumenti si sono materializzati in soli pochissimi euro; in attesa armata invece i professori per capire le modalità della selezione.

Se questa riforma delle riforme avrà luogo, nel modo e nei numeri descritti dalla ministra, nulla di strano che a scuola si riscoprano le più grandi battaglie della storia.