Università, troveremo i soldi 

di Mariastella Gelmini * La Stampa, 23.8.2010

Caro direttore,

ho letto con interesse l’articolo di Flavia Amabile pubblicato sabato su «La Stampa», che parlava degli effetti della manovra economica sui finanziamenti all’università. La riforma di questo settore è un tema che sta molto a cuore al nostro governo, su cui il mio ministero è fortemente impegnato da tempo.

Tanto allo scopo di ammodernare l’università italiana, quanto a quello di non far mancare le risorse necessarie al suo funzionamento.

Le cifre contenute nell’articolo sono quelle della Finanziaria 2008, che prevedeva anche una riduzione del Ffo (Fondo per il Finanziamento ordinario delle Università) per il 2009 e per il 2010. Rispetto a quelle previsioni di due anni fa e, nonostante il perdurare di una situazione economica molto difficile, il governo è riuscito con successivi interventi a eliminare qualunque taglio per il 2009, (tanto che il Ffo è risultato superiore a quello del 2008) e a limitare a percentuali del tutto tollerabili la riduzione del Ffo 2010. Ulteriori risorse sono state trovate sia per l’edilizia universitaria che per le borse di studio.

Ribadisco, come ho detto in Senato il mese scorso, che il governo è impegnato a garantire agli atenei anche per il 2011 le risorse necessarie, nel quadro però di una riforma complessiva che metta finalmente ordine alla gestione spesso disinvolta a cui abbiamo assistito negli ultimi anni. A settembre si troveranno insieme in Parlamento il Ddl università e la finanziaria: sarà il momento giusto per rendere concreto quello scambio tra riforme e risorse sul quale il governo ha puntato fin dal suo insediamento.

Per quanto riguarda poi il blocco degli scatti, sempre al Senato, mi sono impegnata a destinare una parte dei finanziamenti per il 2011 a un fondo premiale su base meritocratica riservato a ricercatori e docenti nelle fasi iniziali della carriera.

Lo stesso faremo in relazione alle borse di studio perché riteniamo che il diritto allo studio resti un pilastro fondamentale del nostro sistema universitario. L’allarme che arriva dal mondo universitario è dunque comprensibile, ma il governo è pronto. Gli atenei però devono raccogliere la sfida e avere il coraggio di puntare, anche grazie alla nuova legge, ad una università più meritocratica, più trasparente e più internazionale.


* Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca