Subito via l’amianto nei 2.400 istituti a rischio: parola di Ministro di A.G. La Tecnica della Scuola, 11.8.2010 Dopo la denuncia dei giorni scorsi, Gelmini annuncia lo sblocco dei 375 milioni di euro scomparsi dalla Finanziaria: saranno destinati agli interventi urgenti per l'edilizia scolastica, in cima c’è proprio la rimozione dell’amianto residuo. In dirittura d’arrivo anche l'anagrafe delle scuole. Serve però il supporto degli enti locali. Che non potranno fare miracoli... A distanza di pochi giorni dalla denuncia sulla mancata presenza nella Finanziaria del 2010 dei fondi annunciati ad aprile del ministro Gelmini per ‘bonificare’ gli istituti che ancora presentano tracce di amianto, lo stesso responsabile del Miur accetta di essere intervistato, dallo stesso quotidiano che aveva reso noto il dossier, gettando acqua sul fuoco. E rivela importanti novità su questo fronte. Gelmini annuncia che il Cipe "solo qualche giorno fa" ha sbloccato i 375 milioni di euro "destinandoli a 'interventi urgenti per l'edilizia scolastica'. Si tratta della prima di tre tranche – ha sottolineato l’inquilino del dicastero di viale Trastevere - che alla fine dovrebbero garantirci finanziamenti per 800 mln". A quanto riferito da Gelmini, il ministero dell'Istruzione avrebbe già individuato quel 5% di scuole dove rimane concentrato il materiale cancerogeno: il Miur darà "una certa priorità alla rimozione delle strutture a rischio" nelle scuole italiane e si occuperà "subito delle 2.400 scuole con presenza di amianto". Il Ministro coglie anche l’occasione per assicurare che la più volte annunciata pubblicazione dell'anagrafe dell'edilizia scolastica stavolta è veramente in dirittura d’arrivo: "è questione di pochi mesi" e che "ci servirà davvero a mettere in sicurezza le scuole italiane". Dalla Gelmini arriva però anche una frecciata verso le Giunte locali: vale la pena ricordare che nella maggioranza dei casi fino alle medie inferiori le strutture scolastiche sono di competenza dei Comuni, mentre le superiori rientrano nella tutela delle Province. Per il ministro sulla presenza di amianto e, in generale, sul cattivo stato di alcune strutture scolastiche, "anche gli enti locali hanno le loro responsabilità, non solo il Governo centrale. Molte scuole sono di competenza di Province e Comuni e quindi dovrebbero essere loro ad occuparsi in tutto e per tutto della loro manutenzione, amianto compreso. In un momento come questo vorrei un forte richiamo alla corresponsabilità". Appare difficile, tuttavia, che proprio nell’attuale momento storico, contrassegnato dall’inasprimento dei tagli dei fondi statali rivolti agli enti locali, che Comuni e Province possano più di tanto venire incontro alla richiesta del ministro dell’Istruzione. Su quest’ultima evenienza si sono espressi, attraverso una nota congiunta, i deputati dell’Udc Gian Luca Galletti e Roberto Rao. Il fatto che "nel nostro paese oltre 2.400 edifici scolastici, il 5% degli istituti, contengono amianto nei tetti e nelle pareti – hanno fatto sapere – è un vero e proprio scandalo italiano che si trascina da oltre 18 anni, da quando con la legge n. 257, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 13 aprile 1992, era stato deciso giustamente di toglierlo completamente dalle scuole". Dopo la pausa estiva, i due deputati chiederanno "che Comuni e Province siano messi nella reale e concreta possibilità di intervenire sulle strutture scolastiche, permettendo loro di scomputare dal Patto di stabilità le spese per investimenti destinati alla realizzazione, adeguamento sismico e bonifica dall`amianto. Già in finanziaria – concludo Galletti e Rao - l'Udc aveva presentato un emendamento analogo ma il governo, con poca lungimiranza, non lo prese in considerazione nonostante fosse a costo zero". |