A settembre al via le nuove superiori

Sei indirizzi per i licei, due per gli istituti tecnici e professionali

 La Stampa, 31.8.2010

Per vedere a regime la vera riforma bisognerà attendere alcuni anni, ma quello che si appresta a partire nei prossimi giorni è senza dubbio l’anno scolastico delle nuove superiori: per le 600mila matricole 14enni, il pool di esperti incaricati dal ministro Gelmini, coordinati da professor Max Bruschi, ha predisposto una drastica riduzione della miriade di corsi che da decenni caratterizzavano questo livello di scuola: da 900, includendo le sperimentazioni nazionali e autonome, sono diventati poche decine.

I nuovi licei sono composti da due bienni e un quinto anno. Le tipologie dei corsi diventano sei: artistico, classico, linguistico, musicale e coreutico, scientifico e delle scienze umane. Rispetto al passato, il monte orario settimanale è leggermente ridotto. Al classico si faranno 27 ore nel biennio e 31 nel triennio. Per i licei linguistico, musicale e coreutico (44 sezioni in tutto), scientifico e delle scienze umane, sono previste 27 ore nel biennio e 30 nel triennio. Più articolato l’orario del liceo artistico in base ai diversi indirizzi previsti.

Per quanto riguarda i tecnici e professionali, i nuovi istituti saranno caratterizzati da una sensibile riduzione degli indirizzi: non ci sarà più ad esempio l’istituto tecnico commerciale oppure l’istituto tecnico industriale per la meccanica e i corrispettivi istituti professionali. I tecnici passano da 10 settori e 47 indirizzi ad appena 2 soli settori e 11 indirizzi - economico e tecnologico -, con un orario settimanale corrispondente a 32 ore di lezione, contro le 36 dello scorso anno.

Le ore di lezione non potranno più essere di 50 minuti (con i 10 minuti spesso non recuperati dai prof), ma di un’ora effettiva. Sempre nei tecnici, nel settore economico sono stati inseriti due indirizzi: il primo è amministrativo, finanza e marketing; il secondo dedicato al turismo. Nel settore tecnologico sono stati a sua volta definiti nove indirizzi: meccanica, meccatronica ed energia; trasporti e logistica; elettronica ed elettrotecnica; informatica e telecomunicazioni; grafica e comunicazione; chimica, materiali e biotecnologie; sistema moda; agraria e agroindustria; costruzioni, ambiente e territorio.

I nuovi istituti professionali, ridotti dai vecchi 27 a soli 6 indirizzi, fanno capo a due macrosettori: servizi ed industria e artigianato. La riforma prevede che questo comparto delle superiori sarebbero dovuto passere sotto l’egida delle regioni, mentre programmi base e gestione del personale sarebbero rimasti di competenza del Miur: su tale suddivisione non è però ancora stato trovato l’accordo preliminare con le regioni.