SCUOLA

Assunzioni docenti,
per Gilda si agirà su numeri modesti

Solo 10mila prof su 130mila precari, manovra e fondi penalizzanti

  ApCOM, 4.8.2010

Roma, 4 ago. (Apcom) - La Gilda degli insegnanti non reputa soddisfacente l'esito dell'incontro tenuto nel pomeriggio al Miur con il ministro Gelmini, durante il quale il responsabile dell'istruzione ha comunicato che nel prossimo triennio verranno pagati gli scatti di anzianità maturati dal personale e che nonostante le restrizioni imposte dal dl 78/2010 la scuola assumerà a tempo indeterminato verranno comunque assunti 10.000 docenti.

"Diecimila assunzioni - sostiene il coordinatore nazionale Rino Di Meglio - rappresentano un risultato molto esiguo a fronte di 130mila precari. Dalle nostre proiezioni risulta che, nonostante i tagli feroci operati dal governo, i precari sono ancora numerosissimi: calcolando sia i supplenti che hanno ricoperto l'incarico per tutto l'anno, sia quelli che hanno prestato servizio fino al termine dell'anno scolastico, i precari sono 130mila, cioè uno ogni sei insegnanti".

Il numero di immissioni ruolo non coprirebbe, inoltre, nemmeno il turn over derivante dall'alto numero di insegnanti che dal 1° settembre lasceranno il servizio: "i posti concessi - spiega Di Meglio - non rappresentano neanche il 50% dei pensionamenti. In questo modo, si continua ad accentuare una politica di precarizzazione del personale scolastico che nuoce alla qualità dell'insegnamento, incidendo negativamente sulla continuità didattica".

Anche se all'ultimo momento sono stati applicati degli emendamenti migliorativi, il sindacato autonomo dei docenti esprime un giudizio negativo anche sulla finanziaria: secondo il coordinatore nazionale si tratta di una manovra iniqua "perché - spiega - a pagare non sono tutti i cittadini, ma soltanto i dipendenti pubblici e, in particolar modo, gli insegnanti. Perciò ci auguriamo che i risparmi vengano utilizzati per restituire le progressioni di anzianità, prestando attenzione soprattutto ai neo immessi in ruolo e ai docenti che altrimenti, andando in pensione nei prossimi tre anni, rischiano di subire una perdita economica permanente".

Critico anche il commento in merito alla valorizzazione del personale docente: "non riteniamo - conclude Di Meglio - che un sistema serio di valutazione possa essere individuato in modo sbrigativo e senza risorse. Siamo disponibili a discutere, purché ci si occupi di migliorare la qualità dell'insegnamento e non si premino proiettifici e attività burocratiche".