"Furbetti" del sostegno?
Fish: "Il ministero pianga solo su se stesso"

Per il vicepresidente Nocera l'anomalia è demandare l'integrazione scolastica degli alunni disabili ai soli insegnanti di sostegno: "Formazione obbligatoria per tutti". E sugli accertamenti: "In alcune regioni probabili pressioni sulle Asl"

   Il Redattore Sociale, 31.8.2010

ROMA. Il fatto che su 10 mila nuove immissioni a ruolo ben 5 mila siano stati per posti di sostegno "la dice lunga" su quale sia l'utilizzo del titolo di specializzazione: il punto però è che tali immissioni ci sono state perché ce n'era bisogno, e ce n'era bisogno perché nella scuola italiana l'integrazione è di fatto demandata completamente ai docenti di sostegno. E' questa, secondo il vicepresidente della Fish (Federazione italiana superamento handicap) Salvatore Nocera, la "vera anomalia" della scuola italiana. Nel giorno in cui il mensile "Tuttoscuola" pubblica il dossier sull'integrazione nelle scuole pubbliche, Nocera afferma che il ministero dell'Istruzione riguardo alla difficile situazione che si trova a governare "deve piangere solamente su se stesso".

"In una logica normale spiega Nocera le classi con alunni disabili non dovrebbero superare i 20 alunni e ogni docente dovrebbe avere avuto una formazione iniziale: l'integrazione scolastica infatti spetta anzitutto all'insegnante curriculare, al maestro, al professore che si occupa dell'intera classe, e anche dell'alunno con disabilità. In una panorama di questo genere ci sarebbe molto meno bisogno di insegnanti di sostegno. Ma ragiona il vicepresidente Fish - senza una vera formazione, con classi anche di 27, 30 alunni con talvolta due, tre, quattro studenti disabili, il docente curriculare non riesce a tenere il passo e l'alunno disabile viene affidato esclusivamente alle attenzioni del docente di sostegno". "L'integrazione insiste - la devono fare i docenti curriculari, altrimenti che integrazione è? Il sostegno invece diventa una delega, della serie: il ragazzo disabile tienilo tu, io non ce la faccio". E tutto questo puntualizza Nocera considerando la sola presenza dei ragazzi con disabilità, senza contare i dislessici, gli stranieri, chi ha altre difficoltà di apprendimento.

Su uno dei dati messi in evidenza dal dossier, cioè l'aumento del numero di studenti con disabilità e la loro maggiore concentrazione in alcune regioni, il vicepresidente Fish fa notare che la competenza è delle Asl e che i parametri oggettivi, riconosciuti universalmente dall'Organizzazione mondiale della sanità, ci sono: "Basterebbe applicarli". Nocera fa notare che il numero dei disabili è aumentato nel corso del tempo sia per l'arrivo a scuola di intere categorie di alunni che prima non andavano a scuola (è il caso degli alunni con autismo, che infatti "sono un problema", stante la scarsa formazione degli insegnanti), sia per l'aumento dell'obbligo scolastico, che ha aggiunto altri due anni (generalmente nella scuola media) al percorso formativo degli alunni con disabilità. Sulla differente incidenza da una regione all'altra - del numero dei disabili in rapporto alla popolazione scolastica, il vicepresidente Fish commenta: "O siamo di fronte a focolai di malattia concentrati in singole zone, eventualità che mi pare improbabile, o le Asl subiscono delle pressioni per allargare le maglie dell'accertamento". Ma anche su questo aspetto il rimprovero è per il ministero, "che nonostante le richieste ripetute personalmente da lunghissimi anni, mai ha affrontato il tema della certificazione con accordi di programma fra le Asl, le scuole e gli enti locali". Un quadro difficile, in cui è molto difficile vedere "segni di inversione di tendenza". (ska)