Scuola, ecco le cattedre vacanti
Gli alunni cambiano 4 prof su 10

Pensionamenti. Nomine in ritardo. Cattedre tagliate. Soprattutto trasferimenti, che quest'anno, per effetto dei tagli del ministero, riguarderanno quattro insegnanti su dieci. A tre settimane dalla prima campanella, che nel Lazio suonerà il 13 settembre, la scuola è ancora nel caos

di Viola Giannoli, la Repubblica di Roma 21.8.2010

Pensionamenti, nomine, trasferimenti e supplenze. A tre settimane dalla prima campanella, che nel Lazio suonerà il 13 settembre, la scuola è ancora nel caos. E c'è il rischio che i primi giorni di lezione vedano decine di cattedre vacanti. All'ufficio scolastico provinciale sono ottimisti: «Stiamo lavorando per rispettare i tempi». Ma tra il riordino dei licei, i tagli, le assegnazioni provvisorie, le nomine e le immissioni in ruolo, avvenute in piena estate, quest'anno il lavoro è raddoppiato.

Per non parlare del "balletto" delle cattedre. A Roma cambieranno di classe 4 docenti su dieci. Un trend consueto, ma stavolta accentuato dall'effetto di tagli e pensionamenti. I docenti rimasti senza "scranno" sono stati costretti a cercare un'altra sede, prendendo magari il posto di colleghi più anziani o che si erano a loro volta trasferiti. Un meccanismo, la girandola degli insegnanti, che danneggia soprattutto i ragazzi, per cui completare un ciclo scolastico con la stessa rosa di professori è quasi impossibile.

«Con i tagli della Gelmini, la scuola pubblica è al collasso - attacca Simone Basile, studente dell'Uds - con i professori che "migrano" per non perdere la cattedra e gli alunni costretti ad assimilare nuovi metodi di studio». «I troppi trasferimenti - aggiunge Mario Rusconi, leader dell'Associazione romana dei presidi - sono dannosi per la didattica e per la composizione degli istituti. Con il boom di spostamenti, rischiano di crearsi realtà privilegiate accanto ad altre "abbandonate". Per legge dovrebbe essere impedita la mobilità prima di 5 anni, se non in casi eccezionali, come nel resto d'Europa. In Italia la scuola ruota attorno ai bisogni degli adulti, che vogliono insegnare sotto casa, e non dei ragazzi». E a complicare le cose ci sono i docenti distaccati presso ministeri, associazioni e organizzazioni sindacali: anche questi numeri, sui quali il ministero dell'Istruzione ancora tace, contribuiranno a creare "buchi" di docenza dell'ultim'ora.

E a spostarsi non sono solo i prof. Sono più di 80 gli istituti romani in cui è previsto un cambio al vertice: dal Giulio Cesare al Righi, dalla Manin alla Settembrini. E sono più di cento nel Lazio i presidi che quest'anno avranno il doppio incarico. Quei dirigenti scolastici cioè che, per 300 euro in più di stipendio, dovranno farsi "in due" per governare una coppia di istituti, di solito vicini tra loro. L'anno scolastico si aprirà con almeno sessanta posti vacanti su 570 plessi. «In autunno - spiega ancora Rusconi - ci sarà un nuovo, e tardivo, concorso, ma prima del 2012 nessun preside verrà assunto. Così in istituti anche importanti, e di dimensioni enormi, come il Mamiani, ci troveremo con un dirigente "part time". A perderci saranno ancora una volta la gestione, la didattica e gli studenti».