Scuola, precari in piazza con le bare
"Ma lo Stato se ne frega di noi"
I precari della scuola destinati a restare senza
lavoro sono scesi in strada a Palermo con tante bare di cartone.
Stamattina vertice in prefettura con il sottosegretario
all’Istruzione Pizza che però non ha convinto i lavoratori.
L’assistente tecnico Di Grusa, cardiopatico e fortemente debilitato,
ha intanto sospeso lo sciopero della fame. I suoi due colleghi
continuano il digiuno.
la Repubblica
ed. di Palermo, 26.8.2010
Hanno costruito tante bare di cartone,
circondate da corone di fiori. Poi si sono distesi per terra, nella
centralissima piazza Politeama mentre gruppi di turisti li
fotografavano. Così i precari della scuola hanno manifestato questo
pomeriggio nel centro di Palermo contro i tagli al personale
previsti dal governo nazionale. Sulle bare c’era anche la scritta
“fossa comune”.
La protesta dei precari della scuola
La giornata era iniziata con un vertice in prefettura al quale ha
preso parte il sottosegretario all’Istruzione Giuseppe Piazza. Una
riunione che però non ha portato ad alcuna soluzione. Il governo
nazionale ha infatti rinviato la questione a settembre e non si
sbilancia sulle cifre né sulle strategie. «Ho fatto un invito alla
riflessione e alla calma — ha detto Pizza — rispetto a questa
protesta estrema. C’è un impegno del ministro Gelmini a trovare
risorse aggiuntive, oltre ai fondi Pon e Por della Regione, da
destinare al riassorbimento delle sacche di precari». Secondo i dati
ufficiali del ministero in questi ultimi anni ci sono stati 25 mila
alunni in meno nelle classi, pari a una perdita di 1.400 posti di
lavoro, tra docenti e personale tecnico amministrativo.
I numeri dei lavoratori.
Ma i precari della scuola tirano fuori altre cifre e si concentrano
sulla stangata che li attende per l’anno scolastico alle porte. In
tutta Italia resteranno senza lavoro in 15 mila, quattromila dei
quali in Sicilia. Ed è anche per questo che la protesta è partita
proprio da Palermo.
Le reazioni. Al sit-in
in piazza Politeama si sono uniti esponenti del Partito democratico,
di Italia dei valori, del movimento di Rita Borsellino “Un’altra
storia” e dell’Udc. Secondo il senatore Fabio Giambrone (Idv),
presente anche all’incontro in prefettura, «il governo nazionale non
intende ritirare i tagli: propongono interventi tampone, impiegando
risorse europee. La protesta andrà avanti ad oltranza». Tra le
strategie per affrontare il problema, il sottosegretario Pizza ha
ventilato l’ipotesi del turn over. Ma secondo Rita Borsellino non è
così che si risolverà il problema: «Il ministro all'Istruzione
ritiri piuttosto i tagli al personale, invece inviare un suo
sottosegretario a proporre inutili soluzioni tampone per un problema
che lo stesso governo ha creato».
In sciopero della fame.
Fortemente debilitato e dopo i malori di domenica e di ieri, Pietro
Di Grusa ha deciso di interrompere lo sciopero della fame, iniziato
il 17 agosto assieme ad altri due precari della scuola. Di Grusa,
che è anche cardiopatico, sorretto dai colleghi è giunto in piazza
Politeama per la manifestazione. "Ho deciso di riprendere a mangiare
- ha affermato - perché lo Stato se ne frega di me. Quindi per il
bene di mia figlia voglio riprendere a mangiare. Da oggi ho deciso
di non buttare la mia vita per gente che è indifferente ai miei
problemi. Riprenderò le forze per continuare la battaglia per i miei
diritti». Sono invece intenzionati a continuare nel loro digiuno gli
altri due precari Giacomo Russo e Salvo Altadonna. I due, delusi
dall'incontro con il sottosegretario Pizza, attaccano: «Non c'è
stato alcun passo indietro sui tagli previsti dalla riforma, per
questo continueremo con lo sciopero della fame».
Sit-in nella Capitale.
La protesta adesso si sposta a Roma. "Da domani - dice Caterina
Altamore - cominceremo uno sciopero della fame davanti al ministero
della Pubblica istruzione. Abbiamo fatto una scelta difficile, che
ci metterà a rischio, ma non abbiamo altri mezzi per far sentire la
nostra voce e andremo fino in fondo con coraggio e dignità.
Chiederemo al ministro Gelmini di fare marcia indietro sul decreto
che distrugge la scuola pubblica, con il taglio dei docenti e del
personale amministrativo".