Sciopero della fame a Palermo inviato da Brunello Arborio il 17.8.2010 Il mondo dei lavoratori precari della scuola sta vivendo, ancora una volta, una stagione drammatica. In Sicilia, al taglio di 4200 posti di lavoro l'anno scorso, si aggiunge l'ulteriore taglio di circa 5000 posti. Si comprende bene che ad ogni unità lavorativa corrisponde una famiglia, troppo spesso monoreddito, che si trova a non avere più quell'unico introito che consentiva il mantenimento di una minima dignità di vita. Il malcontento di tanti padri e madri di famiglia siciliani che devono affrontare le contingenze quotidiane (dal mutuo, alle bollette, alla spesa alimentare) senza più alcun reddito per soddisfare tali necessità primarie, sfocia nell'esasperazione data anche dalla sordità delle istituzioni a tre anni di proteste e richieste di equità. Non trascuriamo, infatti, le discrepanze in atto tra i lavoratori del sud (falcidiati) e quelli del nord (maggiormente tutelati).
Tale esasperazione ha
condotto, ieri 16 agosto, ad un ennesimo presidio in via Praga, a
Palermo, ove si trovano l'ufficio scolastico provinciale ed una sede
dell'ufficio scolastico regionale, ed alla proclamazione da parte di
un docente, Salvatore Altadonna, e di un collaboratore scolastico,
Pietro di Grusa, dello sciopero della fame, volto ad ottenere degli
incontri utili a salvaguardare il diritto al lavoro e alla dignità
di ciascuno di quelle migliaia precari che per anni ed anni hanno
portato avanti, con la loro opera precaria e preziosa, la Scuola
Pubblica Italiana.
Silvia Bisagna –
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