Le precarie sull'edificio dell'ex provveditorato: "Da esponenti del governo nessuna attenzione" Decine di colleghi hanno istituito nella zona un presidio permanente
La protesta di 7 insegnanti Carlo Maria Miele, la Repubblica ed. di Napoli 1.9.2009 BENEVENTO - Non si ferma la protesta delle docenti precarie beneventane. Per il terzo giorno consecutivo le sei insegnanti che manifestano contro i tagli alla scuola previsti dal decreto Gelmini (oltre 500 solo nel Sannio) sono rimaste sul tetto dell'ex provveditorato cittadino. Nonostante la pioggia e il caldo torrido delle ultime ore. E come gli operai dell'Innse di Milano, a cui dicono di ispirarsi, fanno sapere che non scenderanno fino a quando non avranno ottenuto risposte concrete.
«Vogliamo suscitare un forte e dovuto interessamento sulla questione
del precariato e chiediamo adesso l'istituzione di un tavolo
regionale per affrontare il problema. Vogliamo che si parli di
queste migliaia di tagli nella scuola, intendiamo fare capire che
dietro alle cifre ci sono degli esseri umani», dice Daniela Basile,
una delle docenti che stanno prendendo parte alla protesta. Sabato sera gli attivisti del centro sociale Depistaggio hanno organizzato una serata intitolata "Quattro notti e più di occupazione", richiamando la rassegna "Quattro notti e più di luna piena" in corso in città. Ieri mattina davanti all'edificio sono arrivate decine di altri insegnanti precari, che hanno messo in piedi un presidio permanente per testimoniare la loro vicinanza alle sei colleghe in lotta. E a seguire la protesta delle insegnanti – come raccontano loro stesse - sono gli stessi operai dell'Innse, che si stanno tenendo in costante contatto telefonico con le manifestanti. «E' dura trovarsi senza un lavoro da un giorno all'altro, dopo aver investito tante risorse nell'insegnamento. Ma le testimonianze di solidarietà che ci stanno giungendo da ogni parte ci danno forza e ci spingono ad andare avanti», afferma con convinzione Silvana Catalano, un'altra delle precarie in lotta. L'intenzione è quella di proseguire a oltranza, nonostante le difficili condizioni ambientali che stanno mettendo a dura prova la resistenza delle manifestanti. Domenica una di loro è stata colta da un malore e ha dovuto far ricorso alle cure mediche, ma non ha voluto abbandonare la protesta. Le sei insegnanti anzi sperano di coinvolgere sempre più persone. "Arrampichiamoci tutti", recita il nuovo striscione appeso sull'edificio. C'è anche l'ovvia intenzione di suscitare anche l'attenzione dei deputati locali del Pdl, e in particolare del sottosegretario al Lavoro, Pasquale Viespoli, al fine di ottenere un interessamento diretto del governo. «Ma da quella parte – dicono le insegnanti - finora non si è fatto sentire nessuno». E la protesta non si ferma mentre giunge la quarta notte da passare sul tetto dell'ex provveditorato. |