"Impegno nello studio e impegno civile fanno tutt'uno''

Scuola, Napolitano: successo dallo studio
e non dai reality. Gelmini: insegnare libertà

Roma - (Adnkronos) - Il capo dello Stato all'innaugurazione dell'anno scolastico ammonisce: "Un'istruzione migliore non significa di certo una istruzione di elite, riservata a pochi". L'appello del ministro dell'Istruzione: ''Occorre ripristinare la comunità educante''.

 IGN-ADNkronos, 24.9.2009

Roma, 24 set. (Adnkronos) - "So che talvolta la televisione vi da l'impressione di poter diventare ricchi e avere successo senza lavorare duramente: magari a basket o in un reality show. Ma il vero successo è duro da raggiungere, richiede sforzi tenaci anche se non tutto quel che dovete studiare vi piace e non tutti gli insegnanti vi piacciono". Giorgio Napolitano cita Obama nel discorso pronunciato oggi al Quirinale davanti a 2mila studenti, nel corso della cerimonia per l'inaugurazione dell'anno scolastico.

Per il capo dello Stato si tratta di un "passaggio significativo perché ci mostra come si tratti di esigenze che non conoscono confini e che valgono per l'America come per l'Italia". Secondo Napolitano "una istruzione migliore non significa di certo una istruzione di elite, riservata a pochi".

"Un paese giusto - ha continuato - è quel luogo in cui l'opportunità di una istruzione di qualità è offerta anche ai figli delle famiglie meno abbienti, anche a coloro che studiano nelle zone meno ricche del territorio nazionale, in modo che tutti i ragazzi possano sperare di vivere meglio, di affermarsi nelle professioni, di contribuire in tal modo al benessere complessivo del paese".

Nel suo intervento il capo dello Stato ha sottolineato che le persone e i Paesi "non sono solo ricchi o poveri di risorse naturali o di capitali, sono anche ricchi o poveri di conoscenza e di attitudine a utilizzarla per affrontare situazioni, per risolvere i problemi".

Citando Ralf Dahrendorf, secondo il quale "ogni essere umano ovunque sia nato e di chiunque sia figlio deve avere l'opportunità di sviluppare i propri talenti", Napolitano ha raccordato tale frase con l'articolo 2 della Costituzione per il quale "è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana" e tra tali ostacoli, ha lamentato il capo dello Stato, "il maggiore è forse proprio quello di un insufficiente livello di istruzione". "Serve una istruzione migliore -ha aggiunto- un'istruzione che valorizzi anche la matematica e le materie scientifiche troppo trascurate nel nostro Paese" nel quale si registra un grave squilibrio tra Nord e Sud ma anche gravi carenze rispetto a quanto riescono a fare gli studenti se confrontati con i loro coetanei dei Paesi di analogo sviluppo in Europa o in Asia.

"Impegno nello studio e impegno civile fanno tutt'uno. Mostriamocene consapevoli", ha quindi ricordato il presidente nel passaggio conclusivo del suo discorso al Quirinale per la cerimonia dell'apertura dell'anno scolastico, in cui ha richiamato i giovani, oltre all'impegno didattico anche al "piccolo coraggio di tutti i giorni" che si realizza nel rispettare la legalità e nel difendere i più deboli e contro i fenomeni di bullismo e le molestie nei confronti delle compagne di scuola.

"Questo richiamo all'impegno - ha proseguito Napolitano - al dovere, ai valori ideali e morali, può suonare fastidioso, predicatorio. Ma è un richiamo che vale non solo per voi, ma per tutti, che rivolgo a tutti e in particolare a ciascuno di noi che rappresenta le istituzioni della Repubblica". "E' da noi -ha concluso- che deve venire il buon esempio: avete il diritto di aspettarvi che l'esempio venga da noi, avete il diritto di chiedercelo". Poco prima il capo dello Stato aveva ricordato la difficolta' che incontra "chi si attiva per affermare la legalità, per il rispetto dei valori costituzionali, impegnandosi anche da giovane o da giovanissimo contro la criminalità organizzata. Su questi valori e per questi scopi si deve manifestare concordia nazionale, si deve avere più mobilitazione comune".

Una scuola meritocratica che educhi alla libertà "e che faccia comprendere agli studenti che sono titolari di diritti ma anche di doveri" è quella delineata anche dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini.

E' per questo - ha ricordato Gelmini - che "grazie anche alla sensibilità e all'attenzione del presidente Napolitano, ho voluto che sui banchi si tornasse a studiare la nostra Carta Costituzionale: la 'mappa' dei nostri valori. Valori fondanti - ha sottolineato Gelmini - come la libertà, la pace, il rispetto della dignità umana, della vita, delle differenze, ma anche la solidarietà e il rispetto dell'ambiente torneranno sui banchi delle scuole italiane, grazie ad una nuova materia, 'cittadinanza e costituzione' ".

L'intervento del ministro si è aperto con il ricordo del piccolo Martin Fortunato, che lunedì scorso "di fronte ad un paese che piangeva i suoi soldati morti in missione di pace correva verso la bara del padre e si fermava ad accarezzarla piangendo. Quel bambino -ha evidenziato il ministro- il giorno dopo e' tornato tra i banchi della sua scuola. Quel bambino, nel giorno dopo ha trovato nella scuola l'occasione per tentare di tornare ad una vita normale circondato dal calore degli insegnanti e dei compagni", così come i ragazzi dell'Aquila "tornando anche loro a sperare nel futuro".

"Questa è la scuola, questo deve essere un luogo accogliente, dove crescere serenamente. Un luogo che educhi alla libertà, alla valorizzazione del talento di ciascuno, al rispetto delle differenze, un luogo -ha detto il ministro rivolgendosi ai ragazzi- che vi renda curiosi di apprendere".

Ricordando i provvedimenti e le riforme che hanno investito il sistema istruzione, il ministro ha sottolineato come, comunque per raggiungere questi obiettivi occorra "un'alleanza per l'educazione, un'alleanza che veda partecipi tutti: scuola, famiglia, imprese, mass media. La comunità nel suo complesso. C'è un detto africano - ha aggiunto Gelmini - secondo cui 'per educare un bambino serve un villaggio', noi lo dobbiamo costruire. Ed è per questo -ha evidenziato- che ci siamo impegnati anche per rafforzare, non solo nella scuola, ma nel paese, il ruolo degli educatori-formatori che negli ultimi tempi e' stato troppe volte banalizzato e svilito. Occorre ripristinare la comunità educante. Nessuno diventa adulto da solo. Senza punti di riferimento - ha proseguito Gelmini - i giovani avvertono il peso della solitudine, dell'inesperienza e dell'incertezza. I ragazzi hanno invece bisogno di buoni maestri e di una scuola che sappia coniugare rigore e apertura verso l'altro, educazione e tolleranza, serietà negli studi e creatività".