La protesta dei docenti precari sta dilangando come
un’Onda in tutt’Italia.
Docenti senza contratto, di Maristella Iervasi da l'Unità, 12.9.2009 La protesta dei docenti precari sta dilangando come un’Onda in tutt’Italia. Il provvedimento varato nell’ultimo Consiglio dei ministri per 13mila persone è stato rimandato al mittente dai 25mila insegnanti che sono rimasti senza lavoro e stipendio per via dei pesanti tagli all’Istruzione: “No ai contratti di disponibilità. No alla guerra tra poveri”. La Flc-Cgil si è incatenata con chi è “rimasto in mutande” sotto il ministero di viale Trastevere. La Gilda degli insegnanti protesterà con un presidio di due giorni in piazza Venezia. E c’è di più. Da Milano alla Sardegna continuano le occupazioni e i sit-in sotto i provveditorati e i governatori regionali. Il tutto mentre oltre sei milioni di studenti tra lunedì e martedì torneranno a scuola. Un avvio scolastico davvero incandescente. L’Unicobas ha indetto uno sciopero per il 9 ottobre. Il sindacato Flc-Cgil potrebbe proclamarlo in seguito. Chi è già in entrato in classe non l’ha trovata più la stessa. Ha dovuto fare i conti con una scuola devastata dai pesanti tagli al personale: 42.100 insegnanti in meno da subito. Stessa cosa per 15 mila Ata (di cui 10mila bidelli). Una mannaia sull’istruzione lunga un triennio. Il risparmio complessivo a cui Tremonti tiene come l’osso è di 87mila docenti e 44mila Ata. Nei prossimi due anni la scuola perderà altri 20mila docenti e 15mila Ata. E studenti e famiglie proprio in questi giorni stanno toccando con mano l’aria che tira. Il tempo pieno laddove è sopravvissuto è stato devastato dallo spezzatino orario. Le classi delle superiori si sono trasformate in pollai: affollattissime come non mai e magari anche con più alunni con disabilità. Alle elementari sono state spazzate via le compresenze per far posto al maestro unico prevalente della Gelmini che solo l’11% delle famiglie italiane ha accolto con favore. E non consolano di certo gli ultimi annunci della ministra unica dell’Istruzione: “pagelle on line e assenze dei figli comunicati ai genitori per sms”. Il caos e la confusione la fanno da padrone in tutti gli istituti. E il calendario delle mobilitazioni per difendere la scuola pubblica di qualità si mette in moto. A Bologna l’assemblea di genitori e insegnanti ha optato per la “manifestazione infinita”. Si comincerà lunedì con un corteo fin sotto le finestre dell’Ufficio scolastico regionale. Una protesta no-stop per chiedere di riavere le cattedre e le ore di scuola tagliate. All’indomani, la manifestazione dei docenti “tagliati” vestiti da fantasmi sotto le scuole proprio (per il capoluogo emiliano è martedì il primo giorno di scuola), e così di seguito fino alla Notte Bianca dei precari di venerdì 18. A Roma i comitati dopo essere scesi dai tetti dell’Usr hanno messo le tende in viale Trastevere. A Sassari blocchi volanti del traffico e volantinaggio. Da Venezia a Salerno, fino alla Sicilia si moltiplicano le proteste e i volonatinaggi anti-Gelmini. E intanto a Pordenone scatta la protesta delle mamme contro i “grembiulini”. La preside della media “Centro storico” ha imposto una divisa disegnata dalla scuola: felpa blu con logo della scuola disegnato sul dorso e polo bianca. Peggio è andata ad un ragazzo iscritto al quarto anno al quarto anno del corso per tecnici elettrici ad Ancona, presso l'Ipsia Calzechi-Onesti: Michele l’altro giorno ha ricevuto una telefonata dalla scuola che gli ha comunicato la soppressione della classe e la possibilità di iscriversi presso altri istituti di Osimo o Senigallia.
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