Scuola, scure sulle serali: è rivolta

Trecento iscrizioni respinte:
piovono ricorsi al Tar, azioni legali, lettere di protesta

di Alice D’Este da Il Corriere del Veneto, 19.9.2009

VENEZIA — La seconda opportunità? A volte non esiste. Inizio d’anno a porte chiuse per le scuole serali della provincia: centinaia di aspiranti studenti non sono stati accettati e sono in lista d’attesa. E ora scoppia la rivolta con minacce di ricorsi al Tar e azioni legali, proteste davanti alle scuole. Ragazzi a cui è tornata tardi la voglia di studiare, persone che hanno interrotto presto gli studi per lavorare, cittadini stranieri impegnati ad ottenere un riconoscimento dei titoli di studio acquisiti in patria: per molti di questi le porte delle scuole serali si sono chiuse. Colpa delle nuove norme che hanno stanno penalizzando tantissime persone, si stima possano essere quasi 300 visto che in provincia le scuole che fanno corsi serali sono una quindicina e la media è di 20 iscrizioni «respinte».

Tutto è cominciato con la circolare ministeriale che ha obbligato le scuole a chiedere in primavera in via definitiva un numero di classi per i corsi diurni e quelli serali in primavera. La stessa circolare diceva, però, che per le serali le iscrizioni sarebbero rimaste aperte fino all’inizio delle lezioni. «Nella nostra scuola questo controsenso — dice Bartolomeo Tribuna, preside del Liceo Artistico di Venezia — ha avuto come effetto la negazione della classe serale. A primavera avevamo zero iscritti, in pochi mesi sono diventati 28, ma non possiamo attivare la classe». L’organico di ogni scuola, infatti, è stato tarato sui dati di primavera. «La legge è dalla nostra parte — dice Tribuna — faremo ricorso al Tar». Il Liceo artistico non è l’unico, i conti non tornano in tantissimi istituti. «La maggior parte delle richieste per i corsi serali è arrivata come sempre durante l’estate — spiega Michela Borin, dirigente scolastico dell’Itc Luzzatto di Portogruaro — gli organici però erano già chiusi, così ci siamo trovati ad agosto con 90 iscrizioni e soltanto 2 classi concesse. Il limite massimo è di 33 persone per classe, gli altri 24 sono dovuti rimanere a casa».

Situazione analoga anche all’Itc Alberti di San Donà di Piave, dove delle 209 domande soltanto 187 sono state accettate. «La classe in più ci è stata negata per ragioni economiche — spiega Paolo Corbucci, dirigente della scuola — in questo modo, però, rimangono fuori dai giochi proprio le persone che dell’istituzione scolastica avrebbero più bisogno ». Parla delle «vittime invisibili » della riforma anche il collegio docenti dell’Istituto alberghiero Barbarigo di Venezia, che ha scritto una lettera alla direzione scolastica regionale. «Come è stato possibile non assegnare una classe prima che, ufficialmente, alla data del 31 agosto contava ben 42 iscritti? Come può venir negato a 42 persone il diritto di emanciparsi e migliorarsi con lo studio e ai docenti qualificati di mantenere un posto di lavoro al quale avrebbero diritto?». Agli studenti delle serali dell’Ipcc Musatti di Dolo è andata anche peggio. L’altra sera, allo scoccare della prima campanella serale, sono arrivate a scuola una ventina di persone, con penne e quaderni. Ma la classe non c’era. «Nessuno di loro era stato avvisato e dopo aver fatto una protesta simbolica davanti alla scuola uno degli studenti si è rivolto a me per capire se ci siano gli estremi per un’azione legale — spiega Marisa Biasibetti, avvocato — per il momento ci sono ancora da chiarire alcune cose, ma di certo la situazione in cui si sono trovate queste persone è assurda».