CATANIA
Provveditorato, occupato l'androne Alessandra Belfiore, La Sicilia 2.9.2009 Tensione alle stelle a Catania dopo l'esito disastroso delle convocazioni, a seguito dei tagli: 1500 senza lavoro. La protesta dei docenti è montata nel giro di poche ore e dopo un presidio permanente, apertosi alle 9 di ieri, l'Ufficio scolastico provinciale di via Coviello è stato simbolicamente occupato da un folto gruppo di docenti, circa 200. I prof hanno trovato le porte dell'Usp insolitamente ma prevedibilmente sbarrate, e a loro volta presidiate da un cordone di polizia giunto sul posto su richiesta dei dirigenti dell'Ufficio. Una reazione che ha ulteriormente esacerbato i "nuovi disoccupati", i quali per tutta risposta, nel tentativo di riunirsi in assemblea, hanno prima condotto un'azione dimostrativa impedendo l'uscita di quanti si trovavano negli uffici, e successivamente hanno ripetutamente forzato il cordone di polizia, provocando una violenta risposta - priva di conseguenze, comunque - da parte delle forze dell'ordine. «Non siamo delinquenti - grida una professoressa, in lacrime, venutasi a trovare in mezzo allo scontro nel momento di forzatura dell'ingresso -. Se pensano che lo siamo, allora ci mandino davvero in mezzo a una strada a rubare». «Sono loro che si sono barricati dentro, non siamo stati certo noi a chiudere le porte», dice il prof. Roberto Pricoco. Soltanto la mediazione di un funzionario di polizia e di alcuni insegnanti delegati - che si trovavano già all'interno dell'Ufficio scolastico - nonché la tenacia di quanti hanno resistito pazientemente guardando dritto all'obiettivo, hanno probabilmente evitato il peggio. Dopo più di 5 ore d'attesa, dopo momenti di aspra tensione tra manifestanti, poliziotti, funzionari dell'Usp che chiedevano di poter uscire dalla struttura; dopo l'ultima forzatura del blocco di polizia che ha permesso l'ingresso di alcune decine di manifestanti, alle 14,20 è arrivato il via libera da parte della polizia che, in cambio della regolare uscita di tutti i funzionari dall'ufficio, ha concesso l'ingresso dei manifestanti. Una conquista simbolica, anche a fronte del rifiuto dello stesso dott. Rametta, dirigente dell'Usp, di concedere i locali per assemblee pubbliche. «Non si voleva arrivare a questo. Abbiamo dovuto agire in questo modo, simbolicamente, davanti al Provveditorato - spiega la prof. Vera La Rosa, 55 anni, da quest'anno priva di incarico e con un marito disoccupato -. Sappiamo che i nostri nemici non sono certo i funzionari dell'Usp. È necessario mirare a Roma. Il governo deve retrocedere sui tagli!». La piccola folla di manifestanti era composta da professori - donne per lo più - che hanno superato abbondantemente la quarantina. Non una folla di facinorosi dunque, ma di disperati, determinati però a non mollare e a intervenire anche duramente se necessario, bloccando momentaneamente l'uscita da un pubblico ufficio, nonostante le giustificabili lamentele di chi dentro c'è rimasto per 5 ore. «L'assemblea non può svolgersi in mezzo a una strada. L'Ufficio scolastico è la casa di tutti i docenti, non possono negarcelo», spiega il prof. Luca Cangemi, seguito a ruota dai colleghi. Nel frattempo dalla strada - prima dell'ingresso - si sono levate le proposte più disparate, ma accomunate tutte dall'obiettivo di non arrestare la protesta, almeno fino al ripristino delle condizioni lavorative del 2007, come spiega il prof. Salvo Gulino: «Abbiamo bisogno del sostegno da parte di tutti e in particolare delle famiglie dei nostri allievi. Chiediamo loro l'appoggio per ottenere una scuola più giusta, regolare e funzionale. Non si può fare Pil tagliando sull'istruzione e sui diritti degli allievi. Non abbiamo alcuna intenzione di fermarci. Impediremo l'inizio dell'anno scolastico se necessario. Non possono pensare di poter lasciare tutta questa gente in mezzo a una strada». Ieri è stata fatta una piccola azione dimostrativa. Da oggi si mira a un coordinamento regionale e nazionale che guardi direttamente al Ministero. Per quanti vogliano saperne di più c'è il sito docentiprecari.forumattivo.com. L'Ufficio scolastico provinciale resta momentaneamente occupato come centro di coordinamento della protesta. |