«Religione, ore alternative negate» Marta Artico La Nuova Venezia, 25 settembre 2009 CAMPALTO. «L’Ufficio scolastico provinciale nega le ore di alternativa alla religione cattolica e lo studio assistito». Accade a Campalto, all’Istituto comprensivo Gramsci dove il collegio docenti ha approvato una mozione che denuncia la mancanza di docenti nella scuola e chiede gli insegnanti mancanti. Come ogni anno gli studenti devono decidere sull’ora di religione. Se cioè ricevere l’insegnamento della religione cattolica oppure avvalersi della facoltà di chiedere le ore alternative, strutturate in modo diverso anche a seconda dell’età degli studenti. Al Comprensivo di Campalto studiano 570 alunni distribuiti in 5 sezioni di scuola per l’infanzia, 15 classi di scuola primaria e 9 classi di secondaria di primo grado. 55 famiglie hanno deciso, per motivi diversi l’una dall’altra, di non far frequentare ai figli l’ora di religione cattolica. Stiamo parlando del 10 per cento della popolazione scolastica. «Allo stato attuale - si legge nella mozione del collegio docenti - alle 55 famiglie che non si avvalgono dell’ora di religione, non è possibile garantire copertura perché le ore di alternativa sono state negate dall’Ufficio scolastico provinciale». Da qui la preoccupazione del corpo insegnanti, il quale sottolinea che l’organico relativo all’anno in corso non consente di dare piena realizzazione al diritto all’istruzione degli alunni. «La Costituzione - scrivono gli insegnanti - garantisce a tutti i bambini pari opportunità e diritto allo studio, ma l’azzeramento delle nomine degli insegnanti necessari costituisce grave pregiudizio alla realizzazione del dettato costituzionale». Per questo il corpo docenti chiede all’Ufficio scolastico regionale di provvedere alle nomine necessarie per coprire il buco e colmare la lacuna. La domanda che viene spontanea è: «Chi segue i ragazzi nelle ore buche?». Il collegio docenti si dice ovviamente contrario all’ipotesi che gli studenti tornino a casa, visto che in questo caso valgono le norme che regolano la custodia dei minori. Idem per gli insegnanti assenti, altra questione all’ordine del giorno: la copertura delle classi in mancanza di uno o più docenti e la possibilità che i ragazzi vengano smembrati in gruppetti da spalmare nelle altre classi. «Non è una soluzione, ma un provvedimento che non garantisce alcun diritto all’apprendimento, senza contare che in alcune classi c’è il tetto di 25 alunni». |