Scuola, Ministero: meno di 10.000
i precari non confermati. Nuove proteste
Il Codacons denuncia Gelmini e direttori
scolastici regionali
Il Messaggero,
2.9.2009
ROMA (2
settembre) - Mentre si moltiplicano manifestazioni e proteste di
precari, associazioni sindacali e dei consumatori contro i tagli
degli organici previsti dal decreto del ministro Mariastella Gelmini,
il ministero dell'Istruzione ha diffuso una nota in cui definisce
falsi i dati sui precari diffusi in queste ore. Secondo il
Miur sono meno di
diecimila gli insegnanti non di ruolo a cui non verrà confermata la
supplenza, dal momento che la razionalizzazione del sistema
scolastico ha riguardato 42.000 unità di personale, e che 32.000 di
questi sono andati in pensione. La nota prosegue dichiarando che «il
Ministero sta lavorando per dare al più presto una risposta ai
precari coinvolti nella razionalizzazione».
Sulla questione è poi intervenuto il ministro del Welfare Maurizio
Sacconi, per il quale «vi sono delle iniziative di alcune regioni
che vogliono porsi in coerenza con quello che stiamo disegnando in
queste ore». «Il governo - aggiunge Sacconi - sta lavorando per
individuare alcune risposte al precariato della scuola che siano
coerenti con il progetto di riqualificazione delle attività
educative e allo stesso tempo possano garantire risposte concrete
alle persone che possono non essere poste nella condizione di
proseguire l'insegnamento».
Intanto a Milano prosegue a oltranza la protesta dei precari
milanesi aderenti al "Coordinamento precari scuola 3 Ottobre" che
ieri si sono incatenati davanti all'Ufficio scolastico provinciale
per protestare contro i tagli del ministero. Una decina di
manifestanti hanno trascorso sul luogo anche la notte scorsa,
ricevendo tra l'altro la solidarietà di studenti e insegnanti di
ruolo che hanno portato dei viveri. Matteo Chucchiani, portavoce del
Coordinamento, ha dichiarato che il presidio non sarà smantellato
«fino a quando i precari non otterranno la conferma dei contratti
scaduti e la ripresa di una seria politica di immissione di ruolo».
Dura iniziativa anche da parte del Codacons, che ha
denunciato il ministro Gelmini e i direttori scolastici regionali a
104 procure per interruzione e turbativa di servizio pubblico e
violazione delle norme sulla sicurezza delle classi con oltre 25
alunni. Oltre all'esposto, l'associazione dei consumatori ha anche
annunciato un mega ricorso collettivo contro i tagli agli organici.
A Benevento, il segretario del Pd Dario Franceschini ha
incontrato i precari che da quattro giorni manifestano sul
terrazzo dell'ufficio scolastico provinciale. Franceschini, che è
salito sull'edificio, ha dichiarato che «lo Stato sta mettendo in
atto il più grande licenziamento di massa della storia italiana nel
settore in cui bisogna investire di più, ossia nell'educazione dei
nostri figli».
Tra le altre reazioni politiche, il segretario del Prc, Paolo
Ferrero, esprime in una nota a nome del partito piena solidarietà ai
precari, e garantisce l'appoggio «per ogni forma di lotta e
protesta che si riterrà di mettere in campo». Ferrero accusa il
ministro Gelmini di aver dato il via «al più grande licenziamento di
massa della storia d'Italia, che comporterà l'espulsione di quasi
150 mila insegnanti precari», e polemizza con Franceschini, reo di
«farsi pubblicità con gesti eclatanti e
mediatici invece di opporsi sul serio, in Parlamento, al pericoloso
tentativo di distruggere la scuola pubblica, laica e democratica del
nostro
Paese».
E il parlamentare del Movimento per le Autonomie, Arturo
Iannaccone, chiede che la Gelmini riferisca proprio in
Parlamento sulla situazione nella quale versa la scuola: «La
dimensione dei tagli al personale docente rischia di compromettere
seriamente la qualità e l'offerta dell'istruzione pubblica, il
ministro spieghi le ragioni che inducono migliaia di docenti a
manifestare contro il Governo».
Tra le varie proteste, arriva anche una
proposta: il sindacato Gilda chiede
il prepensionamento di due o tre anni per i docenti di ruolo, così
da rendere disponibili le cattedre per i precari da anni in attesa
d'assunzione. «Anticipare la pensione di un solo anno - spiega Rino
di Meglio, coordinatore nazionale - farebbe recuperare circa 20.000
posti di lavoro, risolvendo un grave problema sociale».