Da Milano a Roma, da Perugia a Catania i supplenti hanno protestato in tutta Italia
Precari in camicia di forza Giuseppe Serao, la Repubblica 11.9.2009 ROMA - In catene a Roma. Con le camicie di forza a Milano. Imbandierati da Catania a Perugia. E con un bell'elenco di "dieci domande alla Gelmini" a Napoli. Anche ieri gli insegnanti precari sono scesi in piazza per dire no ai tagli nella scuola voluti dal ministro Gelmini. Davanti al ministero della Pubblica istruzione, in viale Trastevere, tende da campeggio, picchetti e capannelli hanno bloccato per tutta la mattina il traffico romano. Oltre 200 precari si sono simbolicamente incatenati sulla scalinata dell'edificio per poi scandire slogan e innalzare cartelli: «Ci avete messo in mezzo alla strada». E ancora: «Meno scuola, meno cervello», spiegava un'immagine con la progressiva regressione dall'homo sapiens alla scimmia. Particolarmente contestata l'indennità di disoccupazione approvata dal governo: «Non esiste, è un bluff», ha protestato ieri mattina, a più riprese, una signora vestita a lutto «per la morte della scuola pubblica». A Napoli intanto un nutrito corteo con musica funebre e manifesti listati a lutto rivolgeva 10 domande al ministro Gelmini, ricalcando l'iniziativa del quotidiano "la Repubblica" nei confronti del presidente del consiglio Silvio Berlusconi. «Perché si salva l'Alitalia e la scuola no?», chiedevano retoricamente i precari napoletani. Anche Milano ha trovato un modo colorito di protestare. Un gruppo di disoccupati della scuola si è presentato davanti alla sede della Regione Lombardia con "camicie di forza". Singolare performance ideata da una docente d'arte, Federica Fioroni, che ha perso la cattedra. I precari hanno chiesto, esponendo striscioni e cartelli, l'abolizione dell'articolo 47 della legge 133 «che di fatto ha causato i tagli alla scuola». «No ai tagli, difendiamo la scuola statale», è stato un altro dei manifesti attaccati alle ringhiere in via Filzi. E all'iniziativa ha partecipato anche una rappresentanza dei lavoratori che dal 1 settembre hanno costituito un presidio permanente davanti al Provveditorato agli Studi. A Perugia, invece, le organizzazioni sindacali hanno organizzato una manifestazione di protesta davanti all'Itas "Giordano Bruno": qui oltre 150 insegnanti docenti hanno partecipato a un sit-in. Tra i numerosi striscioni: «Mariastella, aggiungi un posto a tavola». E, anche a Catania, la protesta ha trovato forme particolarmente originali. Cento, tra responsabili dei comitati "Salviamo i precari", "Vittime della Gelmini" e dirigenti del Codacons, hanno annunciato ieri l'intenzione di spedire alle sedi del governo le proprie tessere elettorali, «rinunciando così al diritto-dovere di voto, per sottolineare la discrepanza enorme tra ciò che i politici hanno promesso in campagna elettorale e ciò che hanno invece attuato». E la protesta dei precari di tutta Italia proseguirà, domani sera a Roma, nel corso della Notte Bianca: musica, incontri, dibattiti fino ad ora tarda per il "No Gelmini night". |