Edifici fatiscenti, attrezzature che mancano, aule sovraffollateEcco le (brutte) sorprese trovate dai bambini italiani al loro rientro in classe Muffa, banchi rotti, aule stracolme la Malascuola dopo i tagli Gelmini Maria Novella Dea, la Repubblica 1.10.2009
di MARIA NOVELLA DE LUCA
Repubblica: 06-10-2009 All'inizio i bambini si divertivano.
Uscire dalla propria classe con il canottino a remi del mare, per
essere traghettati fuori dall'aula allagata e piena di fango, era un
fuori programma talmente inconsueto da essere emozionante. E ci
vuole poco a far ridere un gruppo di ragazzini che si ritrova a
navigare tra i banchi su una scialuppa di salvataggio. Adesso però
quando piove e la classe si riempie di melma, i bambini non
scherzano più: hanno paura, l'umido fa venire bronchiti, raffreddori
e polmoniti. Avviene in Italia, a Palermo, all'istituto materno ed
elementare Santo Canale del quartiere Partanna. Qui da alcuni giorni
maestri e genitori hanno bloccato l'ingresso della scuola con
picchetti e catene. "Non possiamo rischiare la pelle dei bambini
ogni volta che piove - dice la dirigente scolastica - gli
allagamenti sono continui, l'acqua raggiunge anche gli 80 centimetri
e più volte i genitori sono stati costretti a portare fuori i loro
figli con i canotti gonfiabili...". Lo spiega con chiarezza Anna Oliverio Ferraris, docente di Psicologia dello sviluppo all'università La Sapienza di Roma. «Gli allievi, soprattutto se piccoli, si aspettano che la scuola sia un luogo accogliente, dove gli adulti hanno un progetto ben preciso, che magari pretende da loro attenzione e serietà, ma in cambio restituisce buoni servizi. I ragazzi, di tutte le età, hanno bisogno di un ambiente strutturato, la disorganizzazione li fa confondere, se la scuola cade a pezzi il messaggio che viene recepito è che la scuola non vale niente. Perché rispettare allora un muro già rotto, o un banco spaccato, o un bagno dove non trovi nemmeno la carta igienica?». «L'ambiente fisico influisce, e tanto, sulla motivazione allo studio. Ho visitato molte scuole - continua Anna Oliverio Ferraris - e devo dire che quando entri in strutture nuove, pulite, con le palestre, gli armadietti, i laboratori, il clima è diverso. Il clima, questa cosa impalpabile, è ciò che fa la differenza. Non a caso gli studenti della Finlandia, che ha le scuole più organizzate del mondo, sono in cima alle classifiche di rendimento. No, il quadro è desolante. Come si può pensare che bambini e ragazzi per studiare debbano passare ore e ore in ambienti insalubri e degradati?». Non solo. La "Malascuola" espelle i più deboli, i meno fortunati, chi l'istruzione deve sudarsela, magari di notte. Come a Napoli, dove i tagli del ministro Gelmini hanno portato alla chiusura dell'unico liceo serale della Campania, il Margherita di Savoia. Porte sbarrate e corsi vietati per oltre 100 studenti-lavoratori, già iscritti e pronti a riprendere le lezioni. Poi ci sono i "diversamente abili", bimbi e ragazzi con handicap, più gravi o più lievi, per cui tutto è delicato, sottile. Dietro di loro gli sforzi eroici di insegnanti e famiglie, pronti a cogliere un piccolo miglioramento, un sorriso di gioia insieme ai compagni, un progresso nello studio. Ma la falce è arrivata anche qui, senza pietà. E la storia di Rosaria, 44 anni, insegnante di sostegno precaria in una scuola elementare, ne è l'emblema. Triste. «Per quattro anni mi sono occupata di due bambini disabili. Giulio, con un gravissimo handicap, che ogni mattina i genitori portavano in classe, con la sua sedia a rotelle. Quando gli altri bambini lo andavano a salutare Giulio gli stringeva la mano e accennava un sorriso. Poco forse, ma per noi moltissimo. Vuol dire che Giulio sentiva, percepiva. L'altro bimbo era Alfredo, ha una tetraparesi spastica, ma la sua mente è lucida, intatta. Per quattro anni - racconta Rosanna, commossa - insieme alla maestra lo abbiamo aiutato a studiare, a comunicare con il computer. È arrivato in quarta elementare quasi al livello dei suoi compagni, con me aveva un rapporto strettissimo. Ma quest'anno io ho perso il posto, al momento non è stata assegnata alcuna insegnante di sostegno. Alfredo non vuole più andare a scuola, piange e mi cerca... La mamma mi ha chiesto se posso continuare a seguirlo privatamente, altrimenti tutti gli sforzi andranno perduti. Ho detto di sì, ma come faccio a farli pagare? Non me la sento, non è giusto. Perché dobbiamo privare Alfredo di un futuro?». |