Scuola
Gilda: ricorsi graduatorie Da centinai migliaia di euro. Risponde l'Anief: accuse patetiche ApCOM, 5.10.2009 Le migliaia di ricorsi presentati dai legali dei precari della scuola, finalizzati ad ottenere una posizione migliore nelle graduatorie ad esaurimento da cui vengono attinte le immissioni in ruolo e le supplenze annuali, fanno accendere una lite a distanza tra i sindacati Gilda e Anief. All'accusa del sindacato degli insegnanti, coordinato Rino Di Meglio, rivolta a "vari avvocati, alcuni collegati ad un sindacato, tendenti ad ottenere l'inserimento a 'pettine', anziché in coda", ritenuti artefici di un "fiorente commercio di ricorsi al Tar del Lazio" in grado di produrre "un giro di centinaia di migliaia di euro", ha oggi risposto l'Anief definendo le espressioni dalla Gilda "patetiche, ignoranti e ingannevoli". L'Anief si riferisce, in particolare, ad alcuni passaggi delle accuse della Gilda, la quale sostiene che i ricorsi sono "stati presentati al giudice sbagliato, e sono stati accolti solo perché l'avvocatura dello Stato ed il ministero sembrano non essersene accorti. Infatti la Cassazione, a sezioni riunite, si è espressa più volte sulla materia ed ha stabilito, in maniera inequivocabile, che il contenzioso sulle graduatorie dei precari - ha scritto sempre la Gilda - è competenza del giudice ordinario e non del Tar". Nella denuncia pubblica, la Gilda ha anche ipotizzato l'iter del 'giro d'affari' costruito sulle spalle, e la disperazione, dei precari della scuola: "i ricorsi al Tar - ha scritto il sindacato autonomo - possono essere collettivi, basta chiedere una cifra modesta per la singola persona, qualche volta cento, qualche altra trecento Euro, per raccogliere, di fronte alla prospettiva di una immissione in ruolo o di almeno una supplenza annuale, migliaia di precari. E' chiaro che, per chi organizza i ricorsi collettivi, il giro d'affari - ha concluso la Gilda - diventa molto appetibile". Di tutt'altro avviso il parere dell'Anief: secondo il sindacato degli educatori in formazione quella della gestione delle graduatorie è senza dubbio "materia di competenza esclusiva del Tribunale amministrativo regionale e non del tribunale del Lavoro, così come si evince anche dallo stesso art. 12 comma 4 del DM 42/09, e ciò per scelta dell'organo legislativo e delle organizzazioni firmatarie di contratto. Ricordiamo inoltre - continua il sindacato guidato da Marcello Pacifico - che tra queste organizzazioni firmatarie di contratto ci sono le stesse che oggi indicano come incompetenti in materia il Tar e il Consiglio di Stato. Forse adesso abbiamo un'idea più ampia di dove alberghi veramente l'incompetenza". Sulla vicenda si è espressa anche una delle sezioni più attive della Gilda, quella di Venezia, secondo cui "la confusione sulle graduatorie ad esaurimento dopo la sentenza del Consiglio di Stato apre scenari inquietanti in cui rischiano di farne le spese proprio i docenti precari. Come noto la Gilda di Venezia ha espresso una posizione contraria all'inserimento a pettine nelle graduatorie ad esaurimento perché ciò costituirebbe una grave lesione dei diritti e degli interessi di chi è già inserito o è già stato nominato o immesso in ruolo". Il sindacato locale sostiene infine che vi siano "oggettivi vizi giuridici nel ricorso operato, fatto che consentirebbe di aprire ulteriori contro ricorsi presso il giudice del Lavoro innescando una lotta tra poveri senza fine". Per questo il sindacato veneto "chiede con forza un intervento urgente del governo per evitare l'annullamento delle attuali graduatorie". Replica ulteriore dell'Anief: "la Gilda considera 'un qualche cavillo' le plateali incostituzionalità del dm 42/09, dimenticando tutti i ricorsi promossi in questi anni dal suo stesso ufficio legale. Sembra che non siano sufficienti le ordinanze emesse da un Tar e il respingimento dell'appello del Miur da parte del Consiglio di Stato, sulla base di una sentenza ottenuta dall'Anief nel novembre 2008 e di un'ordinanza dello stesso Consiglio di Stato ottenuta nel gennaio 2009organizzazioni". "Purtroppo, sebbene l'Anief abbia chiesto per tre mesi ininterrottamente il trasferimento a pettine, gli altri sindacati hanno contrattato (e tra questi la Gilda e la Uil) un decreto incostituzionale, le cui stesse premesse si rifanno a chiare sentenze e ordinanze rinnegate poi dal testo, impedendo il cambio provincia e introducendo - conclude l'Anief - la furbata delle tre province in coda". In Italia la giornata verrà ricordata attraverso diverse iniziative e modalità. Tra cui quella della Gilda degli insegnanti, che per domani mattina ha organizzato a Roma il convegno 'Insegnanti, Costituzione, Scuola' organizzato dalla Gilda. Prendendo spunto dal discorso rivolto ai giovani dal giurista Piero Calamandrei, che invita a riflettere sull'attualità dei valori costituzionali, in modo particolare di quelli che si riferiscono alla scuola. Valori che secondo il sindacato indicano come da sempre "la scuola pubblica" rappresenti, con i suoi docenti, "il luogo che garantisce la piena formazione critica delle nuove generazioni". Il convegno verrà introdotto da Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti, che si soffermerà sul tema "Costituzione alla mano: i principi costituzionali sulla scuola disattesi dalla politica". Parteciperanno al convegno, organizzato dalla Gilda, Antonio D'Andrea, docente di diritto costituzionale presso la Facoltà di giurisprudenza dell'Università degli Studi di Brescia; Carlo Pisani, docente di diritto del lavoro, Università di Trieste e Luiss, e libero professionista; Gherardo Colombo, già pubblico ministero presso la procura della Repubblica di Milano, attualmente vicepresidente della casa editrice Garzanti; Sandra Bonsanti, presidente di 'Libertà e Giustizia'. |