Le novità nella legge salva-precari: dal 2011
torna la graduatoria "a pettine"
Supplenti, presidi, privatisti, libri Salvo Intravaia la Repubblica 22.10.2009 Dall'inserimento in graduatoria a "pettine" per i precari, ma soltanto a partire dal 2011, alla norma che sottopone a verifica aggiuntiva, da parte dell'Asl, prof e presidi del Sud che ricevono l'incarico al Nord fruendo della legge 104, quella sulla tutela dei disabili. Ma non solo: aggiustamenti sulle norme relative agli esami di maturità, modifiche alle regole sui bilanci delle scuole e sull'adozione dei libri di testo. La conversione in legge del decreto salva-precari, approvato ieri mattina alla Camera, è stata l'occasione per apportare modifiche ad una serie di materie scolastiche che, in alcuni casi, con i precari non hanno nulla a che fare. Il tutto dopo una travagliata settimana di lavori, sia in aula sia in commissione, che ha visto il governo a più riprese in affanno. Lunedì scorso, a proposito della norma che poneva il veto alla trasformazione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato, l'esecutivo ha rischiato di andare sotto. Riuscendo, alla fine, a spuntarla per soli due voti. Ma vediamo quali sono le novità più interessanti che, assieme a tutto il provvedimento, devono ancora ottenere l'ok dall'altro ramo del Parlamento. Senza dimenticare, ovviamente, che il provvedimento sui cosiddetti contratti di disponibilità (con indennità di disoccupazione anticipata e diritto di "prelazione" sulle supplenze brevi da parte di coloro che nel 2008/2009 hanno svolto una supplenza annuale o fino al termine delle lezioni) è nato per tamponare gli effetti del terremoto creato dal taglio di 57 mila posti in un solo anno. Prima ancora di arrivare alla Camera, in commissione Bilancio, i contratti di disponibilità sono stati estesi anche a coloro che hanno svolto supplenze brevi per almeno 180 giorni. Mentre il niet alla trasformazione dei contratti a tempo determinato in corrispondenti contratti a tempo indeterminato è stato aggirato da un emendamento della commissione. La nuova formulazione prevede che "i contratti a tempo (...) si trasformano in rapporti di lavoro a tempo indeterminato solo nel caso di immissione in ruolo". Ma la novità più importante, che ha anche un forte significato politico, è costituita all'approvazione da un emendamento che, dal biennio 2011/2013, apre ai precari le porte al cambio di provincia, finora escluso se non in coda. Dopo i pronunciamenti del Tar Lazio (che ha commissariato il ministero dell'Istruzione) e del Consiglio di stato in merito, la legge di conversione riconosce il "diritto di ciascun candidato al trasferimento dalla provincia prescelta ad un'altra provincia di sua scelta, con il riconoscimento del punteggio e della conseguente posizione di graduatoria". Fra due anni, in pratica, i precari potranno scegliere (oltre a quella dove sono attualmente iscritti) un'altra provincia dove verranno inseriti a pettine: con posizione derivante da punteggio e non in coda. In questo modo il Parlamento dà ragione all'Anief che ha indirizzato i ricorsi di 15 mila precari. E consente alle migliaia di supplenti che al Sud restano disoccupati di tentare la fortuna al Nord. Il tutto con una novità introdotta dai leghisti Goisis e Fedriga. Dall'anno 2009/2010, i precari che chiedono e ottengono il trasferimento nella graduatoria di un'altra provincia avvalendosi della legge 104 dovranno trasmettere la relativa documentazione all'Asl della regione ospitante che potrà procedere al controllo dei requisiti. Insomma: niente più furberie da parte di docenti e personale amministrativo meridionale a scapito dei colleghi settentrionali. La stessa regola varrà anche per "i dirigenti scolastici che conseguono la nomina in regione diversa da quella di residenza". Ci sono poi tre emendamenti del governo che non mancheranno di fare discutere. Il primo, quello sui bilanci delle scuole, prevede che le somme trasferite alle scuole per progetti relativi a "formazione e sviluppo dell'autonomia scolastica" rimaste inutilizzate per tre anni consecutivi ritorneranno allo Stato. E cambiare libri di testo, per i prof, sarà ancora più difficile. Sarà possibile farlo soltanto in presenza di "specifiche e motivate esigenze connesse con la modifica di ordinamenti scolastici ovvero con la scelta di testi in formato misto o scaricabili da Internet". L'ultima modifica chiude, dopo ben due anni, la corsia preferenziale per i privatisti della maturità. Coloro che si presenteranno da esterni, in luogo dell'ammissione, dovranno sostenere un esame preliminare. |