Il Salva Precari
non salva i precari!

Marco Visigalli, A scuola di bugie 26.10.2009

Mercoledì 21 ottobre la Camera ha approvato le modifiche apportate al DL 134/09, meglio noto come decreto salva precari. Numerose aggiunte hanno dato un volto nuovo a quella che si può considerare, dopo i nuovi emendamenti, una legge ad hoc per sviare le sentenze del TAR e del Consiglio di Stato. Prima che diventi effettivo, il DL dovrà conoscere l’approvazione in Senato entro il 24 novembre, ma il grosso ormai è fatto, dal momento che, secondo la prassi, il Senato non potrà apportare modifiche ma solamente votare a favore o contro- lascio alla vostra immaginazione l’esito delle consultazioni.

Guardando invece i contenuti del DL, ci si domanda quali sono, dunque, queste novità e, tra queste, quali interessano da vicino noi precari di terza fascia. Sicuramente la revisione dell’ART. 1, comma 2, laddove sono elencati i requisiti necessari per poter beneficiare del DL, il quale, come ben sappiamo, conferisce agli stessi beneficiari punteggio pieno e disoccupazione ordinaria fino a giugno. Niente a che vedere con l’ebbrezza di avere una cattedra? Certamente, ma se non altro garantisce la tranquillità di poter respirare in questo anno difficile e sempre più caotico.

Ma chi sono in concreto questi fortunati beneficiari? Il DL nella sua versione iniziale, quella del 25 settembre, era indirizzato ai docenti inseriti in graduatoria ad esaurimento, che avessero lavorato, nel 2008/2009, per un anno (fino al 31 agosto) o fino al termine delle attività didattiche (30 giugno), su nomina del provveditore. Una platea molto limitata, considerato che la stragrande maggioranza degli interessati sta già lavorando. Perchè allora non estenderlo a chi, effettivamente, è a casa in attesa di una chiamata? Detto, fatto!

L’estensione approvata mercoledì prevede che il Salva Precari sia esteso anche a chi nel 2008/2009 ha lavorato per almeno 180 giorni su nomina da prima fascia di istituto, sia su cattedra vacante che su supplenza temporanea, e che ora sia incluso in graduatoria ad esaurimento. In sostanza gli ultimi usciti dalla SSIS, che quest’anno hanno sciolto la riserva. Peccato che questa postilla sia stata dimenticata da quasi tutti i siti specializzati.

Nel frattempo, infatti, mentre il testo esce dalle aule del Parlamento, sul web si rincorrono le notizie più ottimistiche, secondo le quali anche i docenti di terza fascia, i veri precari, potranno beneficiare di questa estensione, suscitando in essi nuove speranze. Speranze che, nell’arco di mezza giornata, vengono disilluse, quando ci si ritrova di fronte all’amara verità. Perchè questo tourbillon di inesattezze, allora? Semplicemente perchè sul sito web della Camera nel frattempo è stato pubblicato il testo contenente tutti gli emendamenti discussi nella giornata di mercoledì 21. Tra questi, ce n’è uno che propone la tanto attesa estensione ai docenti di terza fascia ma che, purtroppo, non è stato approvato.

Alla fine dei conti, quindi, dov’è il tanto annunciato miglioramento? Esiste? Purtroppo solo in apparenza, perchè, per l’ennesima volta, non vengono presi in considerazione i veri precari; coloro i quali sono stati chiamati per anni dalla terza fascia delle graduatorie di istituto e che, al momento, sono a casa disoccupati, senza la minima tutela e che non possono prendere l’abilitazione, perchè non esistono corsi abilitanti. Se questa è giustizia, io sono un docente di ruolo.