Cortei sotto la pioggia a Milano e Genova. A
Bologna non sfila l'università
Oltre 50 le città coinvolte per dire "No" ai tagli della riforma
Gelmini
Scuola, proteste in tutta Italia
Migliaia di studenti in piazza
la
Repubblica 9.10.2009
ROMA - Proteste in oltre 50 città
italiane contro i tagli alla scuola e la riforma Gelmini. Migliaia i
ragazzi che hanno partecipato al corteo di Milano e Bologna. A Roma
lo slogan era: "Diamogli una lezione". A Genova hanno sfilato "i
leoni". Secondo l'Unione degli studenti, in piazza sono scesi oltre
150mila studenti.
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Milano. In migliaia (20 mila
secondo gli organizzatori, quattromila per la questura) hanno
sfidato la pioggia e zuppi d'acqua si stanno dirigendo verso il
provveditorato regionale agli studi in via Ripamonti. No ai tagli,
no al fascismo e razzismo e no alla chiusura delle scuole civiche
del capoluogo lombardo erano le tre parole d'ordine della
manifestazione. Da largo Cairoli i giovani hanno attraversato corso
di Porta Romana per dirigersi a via Ripamonti, verso il
provveditorato. Alla manifestazione hanno preso parte i
rappresentanti delle università Statale, Bicocca, Politecnico,
dell'accademia di Brera e degli istituti scolastici superiori, in
maggioranza, in mobilitazione da un anno a fianco degli
universitari. I manifestanti, sulle note della musica punk diffusa
dagli altoparlanti sistemati sul furgone che guida il corteo, hanno
chiesto nuovamente lo stop ai tagli alla scuola, fondi per il
diritto allo studio, copertura finanziaria dei corsi di recupero, il
ritiro del progetto di legge Aprea e la modifica del riordino degli
istituti superiori.
Genova. Gli studenti di oltre 30
scuole genovesi superiori hanno aderito al corteo di protesta
indetto dagli iscritti alle medie superiori che stamani, nonostante
la forte pioggia, ha attraversato la città da piazza Caricamento
alla direzione scolastica regionale in via Assarotti. "La
manifestazione è contro i tagli della finanziaria. Chiediamo più ore
per gli insegnanti per colmare il problema del recupero dei corsi
formativi - ha detto la portavoce Corinne Palidda - Siamo contro la
riforma Fioroni e contro ogni privatizzazione. Vorremmo una scuola
migliore e contrastiamo il decreto sicurezza". Al corteo che si
apriva con lo striscione "Hic sunt leones" ha aderito anche il
comitato dei precari liguri.
Bologna. A Bologna in piazza
c'erano circa tremila studenti delle superiori di Bologna. I più
agguerriti erano gli allievi del liceo Copernico, preoccupati perché
la riforma cancellerebbe la sperimentazione del maxi-informatico.
"Vogliono trasformarlo in liceo tecnologico - spiegano i ragazzi-
riducendo le ore da 34 a 30 e cambiando gli insegnamenti di
informatica". Questo crea un problema per i docenti, continuano i
ragazzi, che perderebbero alcune cattedre. Inoltre i laboratori, che
sono stati attrezzati con nuovi strumenti, "non sarebbero più
utilizzabili". Problema contrario invece per l'itis Belluzzi, dove i
laboratori hanno materiali e attrezzature vecchie, non rinnovabili a
causa dei tagli. Negli istituti delle scienze sociali, invece, la
riforma eliminerebbe il tirocinio che, per i futuri educatori,
significa meno punti in graduatoria. Al corteo degli studenti delle
superiori è mancato il contributo dei gruppi universitari e dei
precari. "Noi li abbiamo avvisati - spiega Federico Fornasari, uno
dei portavoce del Coordinamento degli studenti - non voglio dire che
ci hanno dato 'buca', ma quasi". In effetti la pur numerosa presenza
degli studenti non soddisfa a pieno qualche organizzatore della
manifestazione.
Roma. A Roma l'Unione degli
studenti (Uds), la Rete degli studenti medi e l'Unione degli
universitari (Udu) si sono uniti alla protesta dei metalmeccanici,
raggiungendo la Fiom-Cgil a piazzale Flaminio e partecipando al
corteo. Quella che doveva essere una manifestazione contro l'ipotesi
di un accordo separato per il rinnovo del contratto tra
Federmeccanica, Fim e Uilm, è quindi diventata anche una protesta
contro il ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, e i tagli
alla scuola pubblica. "Diamogli una lezione" è lo slogan dell'Uds,
mentre l'Udu sfila al grido "Fermiamo la Gelmini. Senza soldi
nessuna riforma". Studenti in piazza per "rivendicare una scuola di
qualità" e "chiedere immediatamente una inversione di rotta rispetto
alle politiche del governo sulla scuola", fanno sapere gli stessi
studenti, che vogliono anche "libri e materiale gratis e corsi di
recupero gratuiti", e lo "stop al falso merito".
Gli
insegnanti. L'Unicobas, che manifesterà a partire dalle
10 davanti al ministero dell'Istruzione, protesta contro la
riduzione di personale della riforma Gelmini e l'approvazione del
decreto sui contrati di disponibilità, definito dal sindacato "ammazza-precari".
Non solo voci-contro, ma anche a sostegno del disegno di legge 2442
"Steso e promosso assieme all'Italia dei valori - spiega il
segretario nazionale Stefano d'Errico - un decreto che prevede
l'istituzione del Consiglio superiore della docenza, che sovrintende
a valutazione e formazione di base ed in itinere dei docenti".
Gli studenti.
Nella stessa giornata manifesteranno anche gli studenti, sia della
scuola che universitari. L'unione degli studenti e la Rete
annunciano oltre 50 cortei in altrettante città italiane da Roma a
Firenze, da Messina a Cagliari. "Siamo pronti a partire - dichiara
Stefano Vitale, uno dei coordinatori nazionali dell'Uds - in ogni
città sono organizzati cortei, assemblee, sit-in per protestare
contro i tagli e chiedere da subito una legge nazionale sul diritto
allo studio, una didattica innovativa nelle scuole e il ritiro del
progetto di legge Aprea. Domani saranno gli studenti a parlare della
scuola, dei problemi che quotidianamente affrontiamo e alzeremo la
voce per far sentire le nostre proposte".
La rete.
La protesta viaggia sul web: il sito dell'Unione
degli studenti aggiorna costantemente l'elenco dei cortei e
delle iniziative, sono nati decine di gruppi su Facebook
appositamente per l'organizzazione delle manifestazioni con migliaia
di iscritti e un video ufficiale su you tube invita gli studenti a
manifestare.
Ottobre rosso.
Quella di domani sarà solo la prima giornata di una serie di
mobilitazioni di settore già programmate: il 20 manifesterà l'Anief,
il 23 i comitati di base (con sciopero nazionale del comparto
pubblico) e il 31 ottobre la Cisl scuola che annuncia "una
manifestazione nazionale a Roma alla quale parteciperà anche il
segretario generale, Raffaele Bonanni".