LA
riforma dal 2011.
in aula la maggioranza si salva per un soffio, ma è bagarre
Scuola, graduatoria unica per i precari.
E alla Camera scoppia lo scontro
Gli insegnanti potranno scegliere un'altra
provincia oltre alla propria
(non più tre) ed essere inseriti "a pettine"
Il Corriere della Sera,
20.10.2009
ROMA - Una
graduatoria unica a partire dal 2011: è questo la novità principale
che dovrebbe essere inserita nel decreto legge sui precari nella
scuola, all'esame dell'Aula della Camera, attraverso un emendamento
a firma della commissione. Nel testo che è stato presentato si
legge: «Il decreto con il quale il ministro dell'Istruzione
dell'università e della ricerca dispone l'integrazione e
l'aggiornamento delle predette graduatorie per il biennio 2011-2012
e 2012-2013» è improntato «al principio del riconoscimento del
diritto di ciascun candidato al trasferimento dalla provincia
prescelta in occasione dell'integrazione e dell'aggiornamento per il
biennio scolastico 2007-2008 e 2008-2009 ad un'altra provincia di
sua scelta con il riconoscimento del punteggio e della conseguente
posizione di graduatoria». Il che dovrebbe portare dal 2011 alla
riduzione a due del numero di province per le quali si può
esercitare l'opzione da parte degli insegnanti, nonché introdurre
l'inserimento nelle graduatorie secondo la modalità cosiddetta 'a
pettine' e dunque introdurre una sorta di graduatoria unica. Per la
graduatoria attuale, resta quanto previsto dall'emendamento della
relatrice Paola Pelino che ha confermato la possibilità di scelta in
altre tre province, ma in coda alla graduatoria.
ALTA TENSIONE - Ma proprio
durante l'esame del decreto legge sui precari della scuola il clima
si fa rovente alla Camera. L'Aula respinge, secondo il parere del
governo, un emendamento con 269 sì e 271 no e due astenuti. Il
risultato della votazione favorevole alla maggioranza arrivato sul
filo di lana malgrado la presenza in aula di cinque ministri e
altrettanti sottosegretari - è l'accusa della opposizione - è stato
determinato dal voto di Carolina Lussana, entrata nell'Emiciclo a
votazione aperta e che è stata attesa prima che venisse chiusa. «Lei
ha fatto una cosa scorretta - ha urlato il capogruppo del Pd
Antonello Soro al vicepresidente Maurizio Lupi - violando la volontà
del Parlamento». Ma Lupi ha replicato: «Ho rispettato il
regolamento». Il clima si è fatto rovente dopo che, con la
maggioranza battuta per dieci voti sulla richiesta di sospensione
dei lavori, si doveva passare a votare il primo emendamento del
decreto. Lupi ha dato la parola a Massimiliano Fedriga della Lega
sull'ordine dei lavori, ma Soro si è precipitato al banco della
presidenza urlando: «Non può parlare, c'è la votazione». Massimo
Polledri (Lega) ha scavalcato il suo banco per buttarsi su Soro, ed
è stato bloccato dai commessi. Lupi ha concesso la parola
brevemente, sempre sull'ordine dei lavori, a Giuliano Cazzola e poi
ha aperto la votazione.
LA NORMA IN QUESTIONE - Il comma
1, che l'opposizione voleva abrogare, prevede che i precari non
possano utilizzare i loro contratti a tempo determinato per maturare
anzianità ai fini contributivi e impone che i rapporti di lavoro a
tempo determinato non possono trasformarsi in rapporti a tempo
indeterminato.
GELMINI - «Auspico che il
Parlamento adotti le soluzioni migliori per rispondere all'emergenza
ma non manchi la visione di medio periodo» ha dichiarato il ministro
dell'istruzione Mariastella Gelmini. «Dobbiamo - ha spiegato la
Gelmini - andare oltre l'emergenza e fare riforme che non sono più
rinviabili. I giovani non vanno più illusi ma devono essere messi
nelle condizioni di programmare serenamente il loro futuro». Il
ministro ha esordito in aula spiegando che «il precariato nella
scuola ha origini lontane, è il frutto di svariati interventi
legislature che invece di alleviarlo lo hanno solo incrementato. Per
troppo tempo la scuola è stata vista come un ammortizzatore sociale,
e l'aumento degli insegnanti è stato scambiato con un aumento di
qualità, secondo uno schema che è chiaramente fallito allargando a
dismisura la platea degli aspiranti alla stabilizzazione ed il
precariato». Insomma, «una situazione desolante e senza controllo,
senza visione di insieme e inutile a fermare la crescita di nuovo
precariato». Per questo, secondo la Gelmini «bloccare il ciclo delle
Siss è stato un atto di onestà intellettuale: abbiamo 270mila
precari nelle graduatorie permanenti e 300mila in quelle di
istituto. Numeri drammatici rispetto ai quali è necessario cambiare
pagina». Da qui la necessità, con questo decreto legge di cui il
governo chiede la conversione, di «bloccare l'insorgenza di nuovo
precariato dotando gli insegnanti italiani della carriera con
avanzamenti legati al merito».
IL PD - «Il governo e la
maggioranza, con la complicità del vicepresidente Lupi, hanno
scippato il futuro ai precari della scuola» attacca la capogruppo
del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni. «Il
presidente Lupi perdendo tempo e infrangendo il regolamento -
aggiunge - ha permesso ad una maggioranza, vergognosamente latitante
in Parlamento, di bocciare il nostro emendamento che stabilizzava i
precari della scuola e permetteva la regolarizzazione anche per chi
finora era stato assunto con contratti a tempo determinato». «È
veramente una brutta giornata per la scuola e per il rispetto delle
più basilari regole democratiche. Le dichiarazioni del presidente
del Consiglio a favore del posto fisso - conclude Ghizzoni -
completano la colossale presa in giro nei confronti di tutti i
precari».
L'IDV - Sulla scuola, afferma
Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera, «Il governo predica bene
e razzola male. A parole Berlusconi e Tremonti difendono il posto
fisso, nei fatti mandano a casa centocinquantamila precari della
scuola. Una bella discrepanza tra pensiero e azione. L'ulteriore
dimostrazione che questo centrodestra è capace solo di vendere fumo
agli italiani e di danneggiare i lavoratori».