E' davvero questo che vogliamo? Tanti ghetti culturali con diritto di autonomia interna? Il dibattito è arretrato Se i cattolici leggono il Vangelo,
i musulmani il Corano e gli ebrei la Torah, l'integrazione va a farsi friggere

"Ogni bambino ha il diritto
di leggere il Libro dell'altro"

Alessandra Longo, la Repubblica 20.10.2009

ROMA - Amos Luzzatto, già storico presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche, ha una sua idea di come bisognerebbe affrontare «il fenomeno della religione». E non è quella di introdurre l'ora del Corano a scuola, suggerita da Adolfo Urso, in sintonia con Gianfranco Fini. «Ho delle grosse riserve su questa proposta - dice Luzzatto - anche se non sottovaluto l'importanza di affrontare un tema così delicato per la prima volta. Ma se ai cattolici facciamo leggere il Vangelo, ai musulmani il Corano e agli ebrei la Torah, ognuno nel suo orticello didattico, l'integrazione va a farsi friggere».

Insomma: buone le intenzioni, però la strada è un'altra. Forse lei pensa ad un insegnamento come "Storia delle religioni"?

«Nemmeno. A suo modo, sarebbe ancora riduttivo. Più di un milione di musulmani vivono in Italia e altri ne arriveranno. Non può esserci vera integrazione senza reciproca conoscenza. Penso che a scuola bisognerebbe affrontare il problema del fenomeno religioso nel suo complesso, storia, filosofia, costumi sociali. Bisognerebbe cercare di capire perché le diverse forme di religiosità coinvolgono tanta parte di umanità, e sono anche alla base di divisioni violente. Occorre chiedersi che cos'è la religione, perché e come si diffonde, quali sono le religioni più conosciute, quali quelle storicamente a noi più vicine. L'Islam lo devono studiare anche il bambino ebreo e quello cattolico. Ognuno deve poter aprire il Libro dell'altro. Questa è la vera integrazione, che è anche l'unica che ci consente di preservare la nostra società da nuovi tipi di violenza».

Obiettivo alto.

«Il più alto possibile. La gente deve imparare a stare insieme, a mescolarsi, deve accettare che, a fianco del suo modo di essere e di credere, c'è un altro modo di essere e di credere. E la scuola deve fare la sua parte, dovremo formare docenti in grado di affrontare il tema dell'interculturalità. E' un lavoro di lungo respiro, non mi illudo di riuscire a vederlo io. Dico solo questo: attenzione, non basta concedere il minareto o il muezzin e pensare con ciò di aver assolto al nostro dovere di progressisti. Discutendo dell'ora di Corano, abbiamo fatto un passo avanti in direzione della tolleranza ma io sto parlando un'altra cosa, di integrazione».
 
Il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni non è pregiudizialmente contrario alla proposta di Urso.

«Di Segni ha detto cose importanti, ricordando anche che, a differenza dei cattolici, noi ebrei ci paghiamo da soli l'insegnamento dell'ebraismo nelle scuole pubbliche. Mi chiedo chi pagherebbe l'ora di Corano? Se la pagano loro? Ognuno il suo orto? Ecco: questo non va bene e oltretutto non serve. Che senso ha raccontare al musulmano quello che lui sa già? Si creerebbe un puzzle, tante pezze separate, l'abito di Arlecchino. E' davvero questo che vogliamo? Tanti ghetti culturali con diritto di autonomia interna?».

Per ora è una discussione parecchio accademica. La gran parte del centrodestra boccia senza appello l'Islam a scuola.

«Questo dà l'idea di quanto sia arretrato il dibattito in Italia».