L’appello del Gruppo di Firenze
un anno e mezzo dopo

 di Vincenzo Pascuzzi, 17.10.2009

Nel marzo 2008, alla vigilia delle elezioni politiche, il Gruppo di Firenze (costituito da alcuni docenti e qualche preside) si fece promotore di una lettera aperta ai partiti e ai candidati ("Scuola: un partito trasversale del merito e della responsabilità"). La lettera venne anche sottoscritta da un gruppo di docenti universitari, esperti e giornalisti di grande prestigio e autorevolezza e poi presentata presso il liceo Visconti di Roma.

Essenzialmente due erano le richieste principali e qualificanti:

1) “Sia le riforme, sia il governo e la vita della scuola a tutti i livelli dovranno ispirarsi ai criteri di merito e di responsabilità”. Ciò in quanto il partito trasversale avrebbe dovuto concordare “sulla necessità di una scuola più rigorosa, più qualificata ed efficace, ma insieme più esigente sul piano dei risultati e del comportamento”.

2) “restituire ai docenti, spesso demotivati e resi scettici da troppe frustrazioni, il prestigio e l’autorevolezza del loro ruolo,”

Da allora è passato circa un anno e mezzo, si sono svolte le elezioni, si è insediato il nuovo governo e c’è un nuovo ministro dell’istruzione, sono state approvate varie leggi attinenti la scuola, nel complesso indicate come “riforma”.

Questa riforma è stata imposta in modo sbrigativo e d’autorità con decreti legge e voti di fiducia, senza possibilità né di discussioni né di confronti, senza coinvolgere né ascoltare i partiti, i sindacati e le altre associazioni del mondo della scuola.

Questa riforma si sta concretizzando in tagli occupazionali di docenti e personale ata, in tagli del tempo scuola, di interi istituti, di classi (con aumento abnorme del numero degli alunni in quelle restanti), del supporto agli studenti diversamente abili, delle risorse per la didattica ordinaria, della sicurezza degli edifici, della dotazione strumentale, dei generi di prima necessità e di tutto quanto contribuisce a procurare efficacia e qualità alla funzione educativa e formativa.

Ciò è confermato sicuramente e ampiamente da chi opera e vive nel mondo della scuola. Infatti, già dall’inizio la riforma ha provocato contestazioni, manifestazioni, scioperi fino a pronunce contrarie dei tribunali. Ultima e clamorosa quella che addirittura commissaria il ministro relativamente alla questione coda-pettine delle GaE.

In questa situazione, i termini “merito”, “responsabilità”, “rigore”, riportati nella lettera aperta e pur recepiti nelle dichiarazioni ministeriali, risultano nei fatti traditi, strumentalizzati, ridotti a slogan pretestuosi.

Pertanto, è forse opportuno chiedere al Gruppo di Firenze, che finora non ha espresso giudizi sull’operato concreto del governo e del ministro, di pronunciarsi al riguardo. La riforma sta andando nel senso indicato e auspicato nella lettera aperta? Oppure qualcosa va e qualche altra no?

Le stesse domande si intendono rivolte a tutti coloro che hanno a cuore il destino dell’istruzione in Italia e ne seguono le vicende.