Scuola, l'allarme di Guariniello

Primi risultati dei controlli: "Lo stato di salute non è buono"

Lorenza Pleuteri, la Repubblica di Torino 18.10.2009

Torino – Il fascicolo, una indagine conoscitiva, porta il numero 4.291. Una cartellina verde, che si sta riempiendo di carte, relazioni, statistiche. Arrivano i primi dati e non sono per niente tranquillizzanti. «Solo 99 scuole su 1.758 hanno già il certificato di prevenzione incendio».

Altre 479 lo hanno chiesto. In tutte si fanno i conti con i tagli di bilancio e i problemi portati dal sovraffollamento delle aule e dalla necessità di adeguare sistemi e dispositivi di sicurezza al numero di studenti, insegnanti e operatori. L'ultima inchiesta in ordine di tempo aperta dal sostituto procuratore Raffaele Guariniello, appena chiusa formalmente quella sul crollo al Darwin e sulla morte dello studente Vito Scafidi, riguarda ancora le scuole di Torino e provincia. Sotto la lente, dopo i controlli statitici seguiti alla tragedia di undici mesi fa, sono ora i dispositivi e le misure antincendio di materne, elementari, medie e superiori.

L'impressione dichiarata è che lo «stato di salute, anche dalla nuova prospettiva, «non sia buono». Ma per misurare quanto è alta la temperatura, per capire se e quali mali ci siano da affrontare e curare, serviranno mesi. Un lavoro improbo, che è già partito. All'avvio dell'anno scolastico Guariniello ha affidato ai vigili del fuoco del comando provinciale l'incarico di pianificare e avviare sopralluoghi e accertamenti a tappeto.

Il sostituto procuratore ha delineato, in attesa dei rapporti dai singoli plessi, un quadro che non sembra per niente rassicurante. I dirigenti scolastici, è l'impressione che ha raccolto, faticano a navigare nei problemi gestionali posti dall'applicazione della legislazione contro il rischio incendi. E la scure del taglio dei fondi calata sul sistema scuola certo non aiuta.

E se è vero che i termini per ottenere la certificazione antincendio sono stati prorogati a fine anno, dalla Finanziaria, la dichiarata certezza è che in molti istituti mancheranno i tempi e i fondi per dare concretezza a tutti gli adempimenti richiesti. Si potrebbe prospettare il rischio di interventi drastici, come l'assessore provinciale all'Istruzione Umberto D'Ottavio ha prospettato giusto un mese fa: «La magistratura – ha ipotizzato, proprio in relazione alle problematiche connesse all'aumento della popolazione scolastica in rapporto agli spazi disponibili e alle condizioni effettive di sicurezza – potrebbe chiudere molte scuole».

L'inchiesta che adesso fa paura è stata messa in moto, come spiega lo stesso Guariniello, dalla denuncia di inizio settembre presentata dal Codacons contro il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e contro i direttori degli Uffici scolastici regionali.

I paladini dei consumatori hanno posto il problema del sovraffollamento delle classi in relazione alla quella che considera una delle norme più disattese degli ultimi anni.«Il decreto ministeriale del 1992 – spiegazione data dai vertici dell'associazione in sede di presentazione della denuncia, notificata a 104 procure – «prevede un affollamento massimo per classe di 26 persone per aula, insegnanti compresi, e un'aula di 36 metri quadri può ospitare al massimo 18 ragazzi».

E poi ci sono tutti gli adempimenti legati alla presenza di vie di fuga, alle porte di dimensioni idonee, alla resistenza al fuoco di ascensori e montacarichi, ai materiali utilizzati in laboratori e spazi comuni. Fantascienza, si teme, rispetto alla realtà. «Nelle classi in cui si inseriranno più di 25 alunni per sopperire alla mancanza di docenti “tagliati” dalla Gelmini - sempre affermazioni del Codacons, oggetto delle verifiche affidate ai vigili del fuoco – si commette un grave reato: si mette a repentaglio la sicurezza dei ragazzi».