La Gelmini e il commissario
Il ministero presenterà oggi un emendamento Flavia Amabile, La Stampa 13.10.2009 Forse Mariastella Gelmini, ministro dell'Istruzione, riuscirà ad evitare il commissario ad acta già nominato dal Tar del Lazio. Dopo la sentenza dei giudici amministrativi diffusa sabato scorso - che impone al ministero di inserire i precari della scuola che hanno scelto tre nuove province con il sistema 'a pettine' anzichè, come previsto dal nuovo regolamento, in coda - il ministero ribadisce che nulla cambierà: "La sentenza del Tar sarà superata da un emendamento al Decreto che sarà proposto in sede di conversione del DM salva-precari". L'emendamento dovrebbe essere proposto oggi in commissione Cultura. Questo emendamento, spiega il ministero "non consentirà il trasferimento da una graduatoria all'altra, garantendo e limitando però la possibilità di inserimento in coda in altre 3 province, in posizione subordinata rispetto a coloro che sono già inseriti in queste ultime". "In questo modo, mentre vengono quindi garantite le legittime aspettative di coloro che hanno da tempo scelto una provincia e non devono essere scavalcati dai nuovi inseriti o dai trasferiti dell'ultima ora, con l'inserimento in coda in altre 3 province, vengono ampliate - sostiene il ministero - le possibilità di ottenere assunzioni a tempo indeterminato o determinato, soprattutto in quelle province in cui le graduatorie risultano meno affollate. Non è giusto - conclude la nota - deludere l'aspettativa legittima di chi ha scelto una graduatoria provinciale per la sua iscrizione e si vede scavalcato da un trasferimento dell'ultimo momento di un candidato di un' altra provincia". L’Anief, l’associazione di categoria degli insegnanti che aveva proposto i ricorsi accolti da Tar, usa parole dure per commentare il comportamento del Ministero della Pubblica Istruzione. «L’emendamento annunciato dal Ministro Gelmini assume sempre più i contorni di una legge ad personam et contra ius (cioè a favore di una persona e contro la legge, ndr.) che sfugge al criterio della generalità della norma e pone un conflitto tra poteri dello Stato» scrive l’associazione in una nota, che così prosegue: «Se si studia la giurisprudenza in materia (sentenze n. 282/05, 266/06, 267/07 della Corte Costituzionale) neanche una legge di interpretazione autentica può annullare una sentenza della magistratura, pena la violazione degli articoli 24, 103, 111, 113 della Costituzione». La Flc-Cgil sottolinea come «ancora una volta la politica contraddittoria e senza riferimenti giuridici certi del ministro Gelmini, viene messa sotto scacco dalla giustizia amministrativa, e, riteniamo, lo sarà ancora nel prossimo futuro. Intanto si determina una nuova situazione di tensione e di incertezza nella scuola, che si aggiunge alle inefficienze e alle insolvenze del governo e del Miur». Secondo il sindacato, la ministra «non solo dimostra di conoscere poco o per niente le cose di cui parla (vedi ad esempio la questione delle pulizie da parte dei collaboratori scolastici), ma quelle che fa, ed anche quelle che non fa, risultano deleterie per la scuola pubblica statale». |