Scuola, sindacati divisi

Pasquale Almirante, La Sicilia 8.11.2009

Sempre più isolato il sindacato scuola Cgil anche se la Cisl scende in Piazza per gridare le stesse accuse e chiedere pressappoco la stessa cosa: di non alleggerire di personale la scuola ma di appesantire le buste paga. Non si capisce dunque perché gli scioperi, se la causa è unitaria, non si facciano insieme, tranne che i dissidi siano a monte e allora le manifestazioni sono solo delle rappresentazioni. In ogni caso, a detta del segretario Cisl, Bonanni, la scuola ha 37 mila alunni in più, ma 42 mila docenti e 4 mila classi in meno, mentre nel prossimo anno sono previsti tagli per altri 25 mila docenti e 15 mila Ata. Come si dovrà gestire questa ulteriore ecatombe nessuno lo dice, visto pure che le attenzioni sono rivolte altrove e poi, quando scoppiano le contraddizioni, c'è sempre chi si straccia le vesti o durlindaneggia, come è successo questo inizio d'anno scolastico coi precari sui tetti dei provveditorati. Ma l'isolamento della Cgil-Flc va ben oltre. Si acquatta infatti inquieto dietro l'angolo l'elezione della rappresentanza unitaria sindacale, Rsu, a cui già tutti i sindacati della scuola: Cisl, Uil, Snals, Confsal e Gilda Unams hanno dichiarato di non partecipare, in ottemperanza al decreto Brunetta che sposta il tutto al novembre del 2010, tranne appunto la Cgil secondo cui il decreto «non rinvia un bel niente, dal momento che questo rinvio deve essere sancito, una volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale, da un nuovo accordo tra sindacati ed Aran, rimettendo in discussione quello del 2 settembre scorso e siglato da tutti i sindacati che fissava le elezioni dall'1 al 3 dicembre».

Intanto i termini per la presentazione delle liste sono scaduti il 2 novembre e sembra che il 45% delle scuole abbiano già predisposto le liste, mentre l'Usr della Calabria invita alla scrupolosa osservanza delle regole, confermando quanto viene sostenuto dalla sola Cgil che starebbe pure per notificare, dice il segretario Pantaleo, al ministro Brunetta un atto di diffida. Occorre tuttavia dire che nella proposta di legge Aprea, ancora ferma colpevolmente in commissione cultura, è prevista la soppressione delle Rsu, giustificata dal nuovo stato giuridico dei professori e dalla modifica degli organi collegiali. Il problema passa ora alle presidenze per le modalità di gestione, mentre gli insegnati attendono sempre tempi migliori.