Crocefisso a scuola, infuria la polemica Il Messaggero, 4.11.2009
ROMA (4 novembre) - Il giorno dopo la sentenza della Corte europea che
dice no ai crocefissi nelle scuole pubbliche, non si placa la
polemica fra i favorevoli e i contrari alla posizione di Strasburgo.
C'è stupore nella famiglia di Abano promotrice del ricorso, che ha
definito le polemiche «una rissa da bar». Iscritto come la moglie Soine Lautsi all'Uaar (Unione atei e agnostici razionalisti), Albertin ritiene che l'Italia «abbia bisogno di laicità, che deve venire da fuori perché all'interno del Paese non si riesce ad ottenerla per via legale». Inizialmente, spiega, «l'Uaar aveva chiesto ufficialmente di esporre nelle aule anche altri simboli religiosi, ma la cosa non è stata accettata». Albertin dice di credere che sia meglio «una parete bianca con le carte geografiche per evitare ogni rischio di discriminazione nel caso un simbolo sia più grande dell'altro o più visibile». Il preside: «Aspettare l'esito del ricorso del governo italiano». «Dopo il ricorso del governo italiano sulla sentenza della Corte di Strasburgo, per definire la questione sulla presenza dei crocifissi a scuola, è necessario un altro passaggio alla Grande Camera del Consiglio d'Europa». Lo sottolinea Paolo Merlo, dirigente dell'Istituto Comprensivo "Vittorino da Feltre" di Abano, dove la vicenda è cominciata. «È l'unica richiesta arrivataci». Dal 2002, quando la signora finlandese Soine Lautsi fece ricorso contro l'esposizione nelle classi del simbolo del cristianesimo, «non si sono avute - rileva il preside - altre richieste, e questo dimostra che l'integrazione e l'inserimento promossi dalla scuola hanno funzionato». Un collegio docenti previsto per l'inizio di dicembre potrebbe essere anticipato per discutere la questione, ma più che le sentenze, afferma Merlo, «sono le azioni positive che formano ai diritti e al rispetto reciproco». Il "Vittorino da Feltre", ricorda il dirigente, è tra l'altro sede del Ctp (Centro territoriale permanente) per l'educazione linguistica e non solo degli stranieri appena arrivati, dai bimbi delle elementari agli adulti che ad Abano, nota per le sueterme, giungono principalmente dai Paesi dell'Est e dalla Cinaper lavorare nel settore alberghiero. «Svolgiamo un'azione di mediazione culturale costante - dichiara Merlo - portata avantisia con il Comune che con la Regione Veneto». L'attenzione alle differenti sensibilità religiose presenti nell'istituto è dimostrata tra l'altro dall'ultimo Natale, festeggiato con un repertorio di canzoni di tutto il mondo, e da un ''Calendario deidiritti'' con cui è stato celebrato il 10/O anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'Uomo. Sabato mattina l'Udc Veneto manifesta davanti alla scuola di Abano: «Vogliamo salvaguardare la nostra identità cristiana, la nostra storia, le nostre radici. Vogliamo che i nostri figli possano conoscere la loro cultura». Ne dà notizia il segretario regionale dell'Udc Veneto, Antonio De Poli. |