Il riscatto degli insegnanti
davanti al bullo di turno

da TuttoscuolaNews N. 416, 16 novembre 2009

La notizia di un’insegnante che ha denunciato un proprio alunno “bullo”, chiedendo e ottenendo dalla famiglia un risarcimento di 20 mila euro, è di quelle che potrebbero (ci auguriamo) segnare una svolta, se altre migliaia di docenti, seguendo il suo esempio, colpiranno al cuore le prodezze dei bulli, rivalendosi sulle famiglie dei minorenni per culpa in educando.

Quali i fatti? Due anni fa una insegnante di Monza venne ripresa alle spalle da un proprio alunno con il telefonino e si ritrovò su you tube con commenti sgradevoli, data in pasto al popolo del web.

Il ragazzo venne sospeso per 15 giorni, ma la prof non si accontentò dell’intervento disciplinare interno e citò i genitori del ragazzo in tribunale, ottenendo ora il risarcimento.

“Ho voluto andare in fondo alla questione – ha spiegato l’insegnante al Corriere della Sera – non solo per tutelare la mia immagine professionale, ma anche per lanciare un monito, rivolto soprattutto ai ragazzi e ai loro familiari”.

I legali dell’insegnante hanno chiesto ai giudici di lanciare un segnale forte a garanzia della figura dell’insegnante, e sono stati ascoltati: il ragazzo è stato ritenuto colpevole di “avere pubblicato immagini lesive del decoro e della reputazione dell’insegnante”. Ben fatto.

Dopo questa condanna, che fa giurisprudenza, tanti altri docenti potrebbero seguire l’esempio e rivalersi contro i genitori dei bulli; e chissà che i genitori di alunni vittime dei bulli non portino in tribunale i genitori dei colpevoli, chiedendo congrui risarcimenti.

La sensibilità della borsa vale spesso molto di più della sensibilità educativa.