Aprea: «Riforma pronta,
l'anno prossimo si parte con le classi prime»

A.G. L'Arena di Verona, 29.11.2009

La tanto attesa riforma della scuola secondaria di secondo grado partirà davvero nel 2010. Lo ha confermato Valentina Aprea, presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, intervenuta a Job&Orienta per il convegno organizzato dal Miur dal titolo «La nuova identità dell'istruzione professionale».

«La riforma è al nastro di partenza, perché la Camera e il Senato stanno per esprimere il parere sui regolamenti, il Consiglio di Stato altrettanto, infine si avvicina il giorno della seconda lettura del Consiglio dei Ministri», ha spiegato la Aprea. «Poi toccherà alle scuole, alle famiglie e agli studenti darle forma e sostanza. Nel 2010 la riforma partirà solo per le classi al primo anno e ci saranno quattro anni di "rodaggio" che serviranno quindi a modificarla, valutarla e monitorarla. Ma per il 2015 avremo finalmente i nostri ragazzi diplomati secondo le migliori esperienze».

La riforma toccherà tutti i settori dell'istruzione secondaria di secondo grado, dai licei all'istruzione tecnica e professionale. Tra le principali novità: nuovi licei (in tutto sei), un'istruzione tecnica completamente rinnovata e anche un'istruzione professionale molto più legata alle vere esigenze dal lavoro e dello sviluppo. Ed è su questo punto che l'assessore regionale all'Istruzione Elena Donazzan ha portato la fondamentale esperienza già realizzata in Veneto. «Mi viene da dire che questa riforma al nastro di partenza a livello nazionale sia modellata sull'esperienza già realizzata dalla nostra regione», ha detto la Donazzan. «Il lavoro che abbiamo fatto per la scuola nel Veneto si caratterizza infatti nell'aver cercato di consolidare il legame tra scuola e lavoro. La riforma che oggi rafforza e dà qualità all'istruzione tecnica e professionale ci mette nelle condizioni di affrontare il cambiamento. Pensiamo a quello che è accaduto con gli istituti tecnici: se negli anni '90 avevamo visto il boom della licealizzazione, negli ultimi cinque anni, al contrario, c'è stata una media del 40 per cento in più di iscrizioni agli istituti tecnici». E conclude: «Questo recupero del valore della professionalità è a mio avviso la grande forza in termini di competitività sulla quale dobbiamo puntare in questo momento di crisi. Dopo il rilancio dell'istruzione tecnica, dobbiamo fare lo stesso con le scuole professionali, per riconquistare giovani desiderosi di immettersi nei settori lavorativi in cui c'è effettivamente bisogno di nuove forze. La nostra sfida si gioca qui». Maria Grazia Nardiello, direttore generale del ministero dell'Istruzione, ha chiarito: «I nuovi ordinamenti prevedono una grande area tecnico professionale all'interno della quale ci saranno da un lato gli istituti tecnici, dall'altro gli istituti professionali, legati a settori produttivi specifici».