Presidi, caos concorso

Pasquale Almirante, La Sicilia 15.11.2009

«Cittadinanza e Costituzione non sarà una materia a sé stante, non darà luogo a un voto né prevederà un testo base»: a dirlo ufficialmente è stata la ministra Gelmini durante un dibattito. La trasparenza è dunque d'obbligo perché per quasi tutto l'anno scorso non si è fatto altro, di fronte al bullismo e alla ignoranza della Carta costituzionale, di pubblicizzare l'avvio di questa nuova materia che avrebbe dovuto sostituire l'Educazione civica. La disciplina dunque non c'è, le scuole possono solo adottarla come sperimentazione, alla stessa stregua di quella alla salute, stradale ecc. La singolarità sta solo nel fatto che mentre agli annunci si dà spazio, le smentite si relegano sotto la cenere, preferendo il silenzio.

Ma il ministero è pure omertoso nella delicata questione del concorso a dirigente svoltosi in Sicilia nel 2004 e che è stato annullato dal Cga con sentenza già notificata a maggio, ma esplicitata il 10 novembre scorso e nella quale si fa obbligo all'amministrazione «di conformarsi al giudicato ponendo in essere misure e provvedimenti necessari alla rinnovazione della procedura concorsuale». Se un emendamento, già approvato alla Camera e in discussione al senato, sta tentando di aggirare la sentenza per sanare i presidi già al lavoro da quasi tre anni, non si è avvertita da parte del Miur, nel corso di 6 mesi, nessuna voce pro o contro questa grottesca procedura e simile silenzio si ascolta dalle parti dell'Usr. Intanto la questione è esplosa a livello nazionale, mentre alle due battagliere ricorrenti, che hanno ottenuto la sentenza di annullamento e che si volevano promuovere dirigenti per togliere il contenzioso, è stata propinata una nuova prova che però non hanno superato ma che ha fatto scattare il giudizio di ottemperanza, l'obbligo cioè di annullare tutte le procedure entro 60 giorni, pena il commissariamento dell'Usr. Intanto al Senato, insieme al decreto di sanatoria dei 200 dirigenti in carica, è arrivata pure una lettera di protesta degli esclusi che, riteniamo, abbiano poche chances perché l'annullamento del concorso significherebbe pure annullare tre anni di atti e delibere firmate dai neopresidi e soprattutto pagamenti per danni materiali e morali. Come finirà? Si attendono le parole della ministra che, nonostante sia in dolce attesa, promette di dare alla luce nel suo ufficio alla Minerva.