A Roma crepe, bagni rotti:
le scuole fanno acqua.
Foto raccolte dagli studenti

Veronica Cursi Il Messaggero, 12.11.2009

ROMA (12 novembre) - Non si stancano di lottare per avere scuole più sicure, «scuole dignitose», perché basta guardare certe fotografie - e soffermarsi sui controsoffitti pericolanti, le crepe sui muri, i bagni rotti e inagibili - per capire in che stato si trovano gli istituti di Roma. Scuole che cadono a pezzi, che fanno acqua da tutte le parti, scuole che basta una pioggia per chiudere un’aula e renderla inagibile.

Dall’Orazio al Cavour al Nomentano: è un tour nel degrado e nell’incuria quello che compare nelle foto scattate dai ragazzi, studenti che ogni giorno dentro quelle aule coi soffitti rattoppati ci passano intere giornate.

«Foto che adesso porteremo al Ministro, perché di scuola non si può più morire», ripetono gli studenti. Perché quelle aule coi buchi sui soffitti ora fanno paura. E basta guardarle certe immagini: succursale del liceo Orazio, via Isolabella «qui, tubi rotti e mai aggiustati nei bagni da anni - raccontano gli studenti - hanno fatto sì che l’ennesima infiltrazione d’acqua ha fatto saltare le mattonelle e ora fuori uso sono due bagni, uno al piano terra e l’altro al primo piano.

L’ennesima pioggia ha creato poi danni anche in un’aula che è stata chiusa perché quando piove scende acqua dal soffitto». Situazioni tutte segnalate dal preside Massimo Bonciolini che assicura: «i tecnici della Provincia sono intervenuti in questi giorni per riparare i tubi che perdono acqua e a breve i bagni saranno agibili. Certo ci vogliono i tempi tecnici dei lavori. Più volte abbiamo chiesto anche un intervento esterno per riparare muri dissestati e nell’altra succursale di via Spigazzini, istituti più vecchio e degradato, ci sarebbe bisogno di una serie di lavori per ripristinare gli intonaci e ripitturare i muri».

Una condizione che sembra accomunare quasi tutti gli istituti romani, dal centro alla periferia. «Al liceo Cavour, ad esempio - raccontano ancora gli studenti e lo dimostrano ancora una volta le foto - l’umidità si è mangiata le pareti di diverse aule che adesso, oltre a essere scrostate, puzzano di muffa. Diversi pannelli dei controsoffitti si sono staccati a causa delle infiltrazioni, (tanto che per protesta i ragazzi ci hanno lanciato sopra delle magliette) e il cortile da un anno si è trasformato in una discarica a cielo aperto dove sono ammassati sedie, banchi rotti e cartoni».

E che dire del liceo Nomentano? «Mancano le scale anti incendio e le porte di sicurezza sono sbarrate dall’esterno con i lucchetti - racconta Alberto, studente del liceo -E i cancelli esterni li aprono solo per le esercitazioni». Situazione particolare anche al liceo Visconti, storico liceo del centro posto sotto la cura della Sovrintendenza e del ministero delle Infrastrutture: «Ci sono due aule comunicanti - raccontano gli studenti - Tanto che per entrare dentro una classe devi necessariamente entrare dentro l’altra e per la sicurezza non è proprio il massimo».

Situazione anche questa segnalata più volte dal preside Rosario Salamone: «a giugno dovevano iniziare i lavori del ministero dell’Infrastrutture per ricavare uno spazio da un archivio - spiega - ci hanno assicurato che entro la prossima estate il problema sarà risolto». Ma intanto gli studenti alzano la voce e il 23 novembre, giorno dopo l’anniversario della tragedia di Rivoli dove dentro una scuola morì uno studente, i l collettivo Senza Tregua si ritroverà davanti al ministero dell’Istruzione «per proiettare le immagini raccolte in queste settimane, immagini che dimostrano le condizioni dell’edilizia scolastica capitolina perché nessuno potrà dire di non sapere o di non aver visto».