Precari a “pettine”, di Alessandro Giuliani La Tecnica della Scuola, 8.11.2009 I giudici regionali replicano la sentenza del 9 ottobre con cui si intimava il commissariamento del Miur qualora non avesse proceduto ad eliminare le “code” create con l’ultimo regolamento delle GE. A giorni però sarà approvato il dl 134/09 che ribaltarà tutto. Intanto l’Anief, artefice dei ricorsi, conferma lo sciopero dei docenti. Un altro round a favore dell’Anief. Dopo quasi un mese dalla prima decisione del Tar del Lazio di disporre il “commissariamento ad acta” del Miur qualora i docenti precari non vengano inseriti nelle graduatorie a “pettine” anziché con il sistema delle “code”, introdotto per la prima volta nell’aprile scorso, lo stesso Tar laziale ribadisce l’interpretazione avviando ulteriori 13 procedure di commissariamento nei confronti del ministero dell’Istruzione. E se nel primo caso a beneficiare dell’ordinanza erano stati solo 300 ricorrenti, stavolta – con le ordinanze n. 5140, 5150, 5177 e 5178 del 6 novembre - l’obbligo di inserimento in base al punteggio effettivamente maturato, senza alcuna riserva, riguarda tutti gli iscritti al giovane sindacati: ben 7.000 precari.
Il parere dei
giudici del Tar, che costerà al Miur anche il pagamento, per le
spese di “lite”, della non indifferente cifra di 65.000 euro, è
analogo al primo: vanno inseriti con il punteggio maturato e qualora
viale Trastevere non ottemperi allo spostamento dei precari dalla
coda alla posizione di effettiva appartenenza, sulla base del
punteggio reale, tra un mese la questione verrà presa in consegna da
un commissario. “Peccato che nel collocare in coda i docenti inseriti in altre province per il biennio 2009-2011 – commenta polemicamente Marcello Pacifico, presidente dell’Anief - il Miur abbia disposto esattamente l’opposto: è chiaro che il legislatore continua ad autorizzare il trasferimento all’atto dell’aggiornamento delle graduatorie e a pettine come la legge 143/2004 impone. Allora perché nel 2009, il ministro ha impedito il trasferimento?”. Secondo il leader del sindacato che difende i sissini quella presa dal Ministero è una posizione priva di logica: “È evidente – prosegue - che una norma, apparentemente incoerente, tesa a soltanto a bloccare le corrette decisioni dei giudici riguardanti le vigenti graduatorie sarebbe non conforme ai più elementari principi costituzionali (art. 1, 51, 97), porrebbe un conflitto tra poteri dello Stato e creerebbe un ulteriore contenzioso destinato soltanto a pesare sulle tasche dei contribuenti, proprio mentre si tagliano le cattedre per risparmiare gli sprechi”.
Nel frattempo, dal
9 novembre i primi 300 ricorrenti saranno inseriti a pettine dal
commissario ad acta nelle graduatorie di tutte le province italiane.
Ma solo per pochi giorni. Visto che entro fine mese dovrebbe essere
approvato il decreto salva-precari. |