Gelmini: tetto del 30% per gli stranieri
in classe per aiutare l'integrazione
Il Gazzettino,
24.3.2009
ROMA (24 marzo) - Per ogni dieci alunni in classe ci potranno essere
al massimo tre bimbi stranieri. Il tetto di presenza straniera
voluto dal ministro Gelmini che limita al 30% la presenza degli
studenti stranieri nelle classi è voluto per aiutare l'integrazione.
Ne è convito il ministro dell'Istruzione. «Abbiamo pensato ad una
quota del 30% - ha detto Gelmini a Mattino 5 - perchè la scuola è
chiamata ad assolvere sempre più la sua funzione d'integrazione e
l'esperienza dimostra che non basta inserire gli studenti immigrati
nelle classi. Occorre, in alcuni casi, equilibrare e dosare la loro
presenza. Ci sono stati casi in cui le classi erano formate quasi
esclusivamente da studenti immigrati e questa non è la condizione
ideale perchè ci sia una vera integrazione».
Tetto già dal prossimo anno. Il
ministro ha quindi informato di aver chiesto ai dirigenti scolatici
di organizzare, già dal prossimo anno, l'offerta formativa in modo
da consentire una presenza equilibrata di studenti italiani e
immigrati. «Intendiamo anche aiutarli - ha aggiunto - ad apprendere
la lingua italiana perchè, soprattutto quando si tratta di ragazzini
di 12, 13 anni, non sempre la famiglia d'origine conosce
l'italiano».
Scuole private. Il calo di
iscrizioni nella scuola pubblica a favore di quella privata non va
letto, secondo il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, come
una bocciatura delle scelte fatte dal Governo. «Il dato dimostra la
volontà da parte delle famiglie di esercitare la libertà di scelta
educativa garantita dalla Costituzione. Ci sono buone scuole
paritarie e buone scuole statali - ha proseguito il ministro - e la
politica dovrebbe fare meno polemiche e meno distinzioni e piuttosto
preoccuparsi di garantire su tutto il territorio nazionale buoni
standard di qualità».
Fondi alle private. Il ministro
Gelmini ha quindi reso noto che la prossima settimana ci sarà una
riunione della Conferenza Unificata per esprimere il parere
indispensabile per poter erogare i fondi alle scuole parificate (una
somma che ammonta a 120 milioni di euro).